“Se facciamo fatica ad indossare una mascherina, mi vengono forti dubbi sul senso di comunità dei nostri cittadini”. Non ha mancato il suo appuntamento quotidiano con la stampa, nel primo giorno di apertura a tutte le attività economiche, che oggi hanno ripreso il via con cappuccini e croissants serviti in piena sicurezza da quei commercianti che sembrano ‘essere tornati in vita’ da dietro i banconi ed i registratori di cassa.
Un giorno tanto atteso, tanto dibattuto, con l’opinione pubblica divisa, ma che il governatore del Veneto ha definito “una fase iniziale”.
Subito ha affrontato il tema mascherine, un oggetto leggero e che in molti paesi indossano anche senza un’emergenza sanitaria in corso e che Zaia ha definito “uno strumento salvavita”, al punto da ritenerla obbligatoria nella sua ordinanza regionale.
“Non sono stato l’unico, anche molti altri colleghi l’hanno imposta ai cittadini e resto esterrefatto quando ricevo critiche da parte di chi mi addita come uno che sta adottando una linea severa. Noi in Veneto abbiamo fatto bene, ce lo riconoscono tutti e questo è dovuto anche a decisioni oculate e fondate sui dati che siamo riusciti a contenere con la chiara dimostrazione che la mascherina, in questi mesi, è servita ad arginare i contagi. Lo dicono i medici – ha continuato Zaia – Se ad un malato viene fornito un farmaco salvavita, certamente lo assumerà, non capisco la difficoltà nell’indossare una semplice mascherina”.
Luca Zaia non ha utilizzato toni forti e si è rivolto ai veneti con i toni di un padre di famiglia, quelli che ha sempre utilizzato esortandoli a comportarsi civilmente, a rispettare le regole e ad osservare le misure di sicurezza. Lo sta continuando a fare in questa fase delicatissima, in cui il suo stesso consulente scientifico, che con gli studi di Vò Euganeo sta conquistando la platea internazionale, perché vuole fare capire che la fiducia è stata accordata a chi si è comportato bene, ma che si tratta comunque di una fase delicatissima, che non preclude il passo indietro. Andrea Crisanti, in un’intervista a La Verità, ha detto ieri che quella di riaprire tutto è una decisione politica, ma che “i rischi ci sono e sono incalcolabili”.
Zaia lo ribadisce ogni giorno, richiamando i veneti ad una responsabilità individuale che sta a fondamento di questo periodo, per il quale occorreranno almeno 10 giorni per capire come andranno le statistiche: se ci sarà un incremento dei contagi o se continueranno a scendere. Crisanti ha detto che il virus non è mutato.
La polemica sulle multe
Non va giù a Luca Zaia l’accusa di volere l’incremento delle sanzioni per chi non utilizza i dispositivi anti covid: “Il minimo di 400 euro non l’ho stabilito io, ma si tratta di uno dei primi decreti nazionali. E comunque non ci sto a chi dice che un caffè può costare 400 euro. Siamo ripartiti, entro il 1 giugno daremo il via ai centri estivi, l’impegno della nostra regione è stato esemplare per andare incontro alle esigenze di tutti i cittadini. Vi chiedo di indossare la mascherina e di capire che non voglio essere severo, ma voglio essere responsabile per non essere costretti a tornare indietro. Aspettiamo 10 giorni – ha concluso Zaia – e ci lasceremo anche la mascherina alle spalle”.
di Redazione Altovicentinonline