Secondo Luca Zaia, in questo momento i veneti, che da oggi sono entrati in ‘zona gialla’, si dividerebbero in tre tipologie di cittadini: quelli che probabilmente con una situazione economica garantita chiedono costantemente il lockdown, quelli che vorrebbero il ‘liberi tutti’, e poi ci sono quelli che stanno a metà tra queste due misure.

“Non sono per il lockdown, perché la gente deve essere messa in condizione di poter lavorare per portare a casa da mangiare, non va assolutamente bene il ‘liberi tutti’ che ci ha portato a fare il pienone in passato nelle terapie intensive, ci vogliono comportamenti responsabili di chi deve capire che il virus è in circolazione e occorre essere prudenti per salvaguardare il futuro”.

Sono state queste, nella sostanza, le parole del governatore Luca Zaia, che vuole confermare la sua fiducia nei veneti appellandosi al buon senso, al senso civico, al rigore che la situazione epidemiologica dovuta al coronavirus ancora in circolo richiede. Per questo motivo non ha voluto firmare l’ordinanza che in passato seguiva sempre il cambio di colore della Regione. Restrizioni che ha invece emesso il suo collega   Fedriga in Friuli.

“Non voglio tornare al passato e non emetterò nemmeno il provvedimento anti assembramenti, perché voglio essere speranzoso, ma non bisogna abbassare la guardia. Se in questi 15 giorni osserveremo le regole potremo sperare in tempi migliori, fare ripartire i servizi ospedalieri a pieno regime e con l’impegno dei vaccini, sperare in un futuro normale. Guardate però che ancora oggi si registra una percentuale di morte che non dobbiamo sottovalutare e alla prima trasgressione le terapie intensive torneranno a riempirsi”.

I vaccini

“Purtroppo con i problemi creati dalla distribuzione dei farmaci da parte delle case farmaceutiche che non hanno rispettato il patto con l’Europa, siamo costretti spesso a stravolgere i calendari dati in prima battuta ai cittadini veneti – hanno spiegato Luca Zaia e l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, riferendosi a Pfizer, che non ha fornito i quantitativi pattuiti inizialmente – . Quello che possiamo dirvi è che dalla settimana prossima saranno avvisati dalle rispettive Ulss di appartenenza gli over 80, parte dei quali sono già stati vaccinati nelle Rsa. Subito dopo toccherà agli over 75. Qui non è una questione di priorità stabilita secondo l’età avanzata, ma al rischio nella tipologia di vita che il pensionato ha. Un 80enne che va ancora in giro a fare la spesa, a bere il caffè con i suoi coetanei – ha spiegato Zaia – è certamente più a rischio rispetto ad un 90enne che vive in una struttura o in casa”.

L’assessore Lanzarin ha detto che già nei prossimi giorni gli uffici delle aziende sanitarie locali invieranno le lettere ai destinatari dei vaccini, che verranno informati personalmente da dipendenti Ulss.

La polemica dei tamponi

Ha preferito non rispondere alla domanda sulla solita polemica sulla validità dei tamponi rapidi rispetto a quelli molecolari, con i dodici medici che nei giorni scorsi hanno smentito Andrea Crisanti giudicando validi gli screening che il direttore del dipartimento di Microbiologia di Padova ha definito inattendibili. “Non sono competente in materia – ha risposto Zaia alla domanda del giornalista del Mattino di Padova, che è ritornato sulla querelle che tiene banco a livello nazionale – Inviterò presto questi dodici medici qui in conferenza stampa a Marghera perché ci spieghino la loro posizione”.

Scuola

Il Comitato Tecnico Scientifico Regionale è al lavoro per preparare il piano di monitoraggio, che dopo l’approvazione potrebbe partire dopodomani. “Dobbiamo osservare scrupolosamente quanto avviene all’interno degli istituti superiori. Fino a quando non prenderà il via questa fase, sono valide le regole precedenti, cioè che, trovato un positivo questo verrà posto in quarantena e tutti i compagni verranno sottoposti a tampone”.

di Redazione AltovicentinOnline (foto repertorio)

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