E’ quasi sorpresa Barbara Sancinato, titolare di ‘Pensieri golosi’ a Zanè per il clamore suscitato dalla sua iniziativa sul green pass.

Il locale di Via Cellini, tappa particolarmente apprezzata in zona anche per gli snack sfiziosi proposti soprattutto per la pausa pranzo, è diventato il centro del dibattito sulla certificazione verde dopo che sulle vetrine è apparso il cartello “Qui è sospeso per tutti il controllo del green pass”.

Un cartello che non è rimasto inosservato suscitando vivaci commenti nelle varie piattaforma social e portando anche alcuni lettori a rivolgersi alla nostra Redazione per manifestare disappunto. Corretto evidenziare come in ogni caso, in mezzo all’indignazione e alla disapprovazione che sono stati comunque preponderanti, vi siano stati anche attestati di stima e di comprensione rispetto alla posizione della barista di Zanè.

E se il dibattito scaturito da questa posizione contraria allo spirito dell’iniziativa governativa tesa a tutelare anche le attività contro possibili e certo non auspicate nuove chiusure, si è consumato con qualche riflessione quantomeno argomentata al netto delle opinioni, non sono mancate decine di messaggi oltre l’offesa e al limite del querelabile.

Un tema divisivo quello del green pass, dove a far valere la proprie ragioni troppo spesso per primi si lanciano con ignorante esuberanza soggetti che nemmeno sanno cosa sia la certificazione, nè dove venga effettivamente richiesta: uno dei cavalli di battaglia usato per difendere ‘l’indecenza’ di un pass ritenuto illegale, il fatto che l’Italia sia l’unico paese a richiederlo. Niente di più falso. Il green passo è stato adottato da tutta l’UE e tolta la Germania che ora ci sta ripensando, solo la Spagna pare in controtendenza.

Non ci sta però Sancinato a passare per una No Vax scriteriata e chiarisce il perchè del suo gesto: “Lungi da me entrare sul tema sì o no ai vaccini, questione sulla quale ho una mia opinione e me la tengo. Il punto non è assolutamente questo e anzi, al contrario, proprio nel rispetto dei miei clienti e a tutela della loro privacy, ho ritenuto inopportuno e contro legge chiedere qualsivoglia certificato che riveli il benchè minimo dato sensibile”.

“Ribadisco con forza” – asserisce la titolare di ‘Pensieri golosi’  – “che di questa mia iniziativa ho avvertito per tempo istituzioni e forze dell’ordine. Mi sono anche presa la briga di inviare PEC formale al Garante della privacy ma dal 6 agosto nessuna risposta mi è pervenuta. Personalmente penso di aver agito con correttezza. Nel nostro locale sono tutti benvenuti, ma non mi si chieda di fare da controllore rispetto ad una cosa che a mio avviso va contro legge: se devo scegliere tra una sanzione amministrativa per il mancato controllo del pass e una denuncia penale di un cliente per il mancato rispetto della privacy, non ho dubbi sul fatto di ‘preferire’ la prima”.

La pensa in modo diametralmente opposto il Sindaco Roberto Berti, uno di quei primi cittadini che dall’inizio della pandemia ha scelto non senza sacrificio la linea dell’informazione costante accompagnata dalle raccomandazioni ai suoi cittadini sul senso di responsabilità e sull’essere comunità specie nei momenti difficili, lui che nel suo comune di contagi ne ha visti suo malgrado più che in altre zone: “Personalmente penso che se c’è una normativa nazionale che impone certi obblighi per la tutela della salute pubblica, indipendentemente dall’essere d’accordo o meno, questa vada seguita senza se e senza ma. Lo dico anche per rispetto dei tanti che la osservano nella convinzione che le norme vanno applicate, non commentate. Coloro che decidono, per vari motivi, di non rispettare tali prescrizioni si assumono le proprie responsabilità con il rischio di sanzioni o chiusure, sia chiaro”.

M.Z.

A Zanè ‘Pensieri Golosi’ non chiede il green pass. I lettori denunciano. Scarpellini: ‘Caso isolato’ – AltoVicentinOnline

 

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