monaco_intero-web

a cura di Paolo Monaco, direttore Cna Vicenza

 

Sinceramente, non si ha memoria di un esito elettorale tanto rivoluzionario quanto quello uscito dalle urne nello scorso week-end. Spazzati via i partiti tradizionali, con percentuali di voto più che dimezzate, incremento dell’astensionismo (già elevato nelle precedenti tornate) e boom di liste inedite, legati a movimenti spontanei e locali in aperta rottura con il sistema politico in essere.

 

E poco convincenti paiono i commenti di quegli osservatori “interessati” che si affrettano a considerare che, in fondo, si è trattato di un turno che ha coinvolto meno di un quinto della popolazione italiana. La netta impressione, in caso di consultazione più ampia, è quella che in realtà ci saremmo trovati a fare i conti con un risultato proporzionalmente ancor più clamoroso, in senso peggiorativo, per i partiti storici.

In questo contesto, non fanno eccezione i risultati del vicentino, dove erano coinvolti solo sette Comuni, dei quali l’unico a superare i 15000 abitanti è Thiene. Per la verità, agli onori della cronaca nazionale è assurto in questi giorni proprio il più piccolo dei Comuni coinvolti, ovvero Sarego, dove è stato eletto il primo Sindaco “grillino” della storia della Repubblica, il giovane e misurato ingegner Roberto Castiglion. Questa elezione ha fatto tanto più scalpore in quanto proprio a Sarego si era riunito in tempi recenti il “Parlamento del Nord” e pertanto la Lega di Bossi (che ha clamorosamente perso anche il Comune simbolo di Monza, nonché quello del suo stesso paese natale….) ne faceva un luogo “sacro” della propria predominanza sul territorio nell’immaginario dei suoi fedelissimi.

Questo però è solo la punta dell’iceberg di un terremoto che ha coinvolto in larga parte tutte le nostre comunità. Per tornare sulla situazione di Thiene a mente fredda e leggendo i numeri con obiettività, non si può non sottolineare anche qui il risultato straordinario del “Movimento 5 Stelle”, addirittura primo partito locale con quasi il 18% delle preferenze di lista! La candidata del movimento però non ha avuto i voti sufficienti per andare al ballottaggio del 20-21 maggio, dove accederanno la Sindaco leghista uscente Busetti e il candidato “civico” Casarotto, sorretto dall’anomala convergenza delle liste di Pdl-Pd-Udc.

Per Busetti si registrano percentuali di voto personale paragonabili a quelle avute al primo turno della precedente tornata elettorale del 2007, quando però il distacco dallo sfidante dell’epoca era ridotto a poco più di cinque punti percentuali contro il quasi 17% di oggi, cosa che rende perlomeno impervia l’idea di recupere il terreno perduto al secondo turno, senza apparentamenti espliciti con le liste escluse.

Quello che però colpisce di più, anche a Thiene, è lo scollamento ormai insanabile dei cittadini verso la “politica” professionale, che si manifesta con un astensionismo in costante crescita, tanto che un thienese su tre non è andato alle urne, mentre solo il 40% del restante 66% ha messo la croce sui simboli dei partiti a valenza nazionale (Lega 14,1%, Pd 10%, Pdl 9,1%, Udc 5,8, Idv 1,7%). Oltre al successo clamoroso del Movimento 5Stelle, va ricordato anche il quasi 4% di elettori che ha dato la preferenza al candidato di “Veneto Stato” e il boom delle liste civiche (il 23,5%, sommandole tutte, hanno appoggiato Giovanni Casarotto ed un inedito 13,4% ha sostenuto Maria Rita Busetti: dato anomalo se si pensa alla forza locale che sino a poco tempo fa rivestiva il marchio della Lega Nord, che rendeva spesso inutile e non significativo l’apparentamento con i “civici”).

A proposito di Lega Nord, oltre all’incredibile crollo di quasi 30 punti percentuali (!!)rispetto alle Regionali di solo due anni fa, quando aveva registrato il 40% delle preferenze di lista, va sottolineato come la candidata Sindaco abbia aggiunto un 10% di gradimento personale in più rispetto al voto del partito. Questo è un altro dato davvero impensabile per un movimento che anzi, storicamente, ha sempre avuto un effetto trascinamento su candidati locali, magari poco noti, dovuto all’appeal di slogan legati al richiamo al territorio e a logiche federaliste, quando non addirittura secessioniste. Ci troviamo quindi oggi al paradosso che risultaun vero e proprio handicap essere appoggiati da un partito come la Lega, travolto da scandali più o meno “seri” e reduce da una esperienza di Governo centrale fallimentare, dove poco o nulla è stato fatto per dare seguito alle promesse di restituire risorse pubbliche ai territori virtuosi rispetto agli sprechi del “sistema”, tradendo in tal modo le aspettative legittime di cittadini esasperati dalle tasse e dalla burocrazia.

Tale fenomeno è ancora più clamorosamente visibile in città a noi vicine e significativamente più popolate, come è il caso di Verona dove Flavio Tosi ha registrato un successo personale eccezionale con il 57,3% di preferenze dei cittadini, contro il misero 10,7% raccolto dalla lista della Lega Nord!

Siamo dunque di fronte ad uno scossone che raramente si è visto nel nostro Paese, storicamente restio a cambiare fronte o partito, dove le elezioni si vincevano spesso per qualche briciola di punto percentuale in più o in meno e dove il ruolo del “centro” era determinante e strategico.

Ma in questa crisi conclamata del sistema politico, che si abbina oggi anche ad una drammatica crisi economica e sociale (alla quale sembrano palesemente impreparati a rispondere i nostri partiti, dediti più alla gestione del potere che alla cura della buona amministrazione), hanno dunque gioco e successo facile tutti i movimenti che si presentano come antagonistici al sistema. Le conseguenze di questi smottamenti sono oggi imprevedibili e sinceramente mi paiono di corto respiro e di una preoccupante miopia le posizioni di chi, come il Presidente della locale Confartigianato Regionale, ha bollato come manifestazioni cicliche e non preoccupanti questi esiti, paragonando la tornata elettorale appena chiusa a casi di storia recente, dove magari il ruolo dei “grillini” lo giocavano Lega Nord o Idv.

Attenzione! Dico a tutti coloro che sottovalutano il fenomeno e il pesante malessere dei cittadini che sta dietro a questi risultati di non abbassare la guardia! Non siamo di fronte alle “solite” manifestazioni di protesta “che sono sempre esistite”. Siamo di fronte ad un cambio epocale del sistema politico ed economico nazionale, locale e vorrei dire Europeo (visto quello che in queste ore sta accadendo in altri Paesi, a noi purtroppo vicini come la Francia o la Grecia sull’orlo del default).

Chi pensa di trovarsi di fronte ad una situazione ciclica e prevedibile, magari facilmente controllabile e che presto rientrerà, si accorgerà presto di quanto sbaglia! Non possiamo demonizzare né sottovalutare il malessere ed il rigetto della maggior parte dei nostri concittadini verso un modo di fare sistema – non solo politico – autoreferenziale e privo di controlli esterni. Questo sistema, comunque vecchio ed inefficace, non può funzionare di fronte ad una realtà sociale ed economica in pericolosa deriva. Non possiamo limitarci a riproporre immutato il “balletto” della vecchia politica, dedita a spartire posti e prebende secondo amicizie o convenienze, salvo piangere i morti suicidi di un drammatico bollettino di guerra quotidiano: siamo noi a dover dare le risposte, il supporto e la speranza a chi oggi non ce la fa più.

Per questo motivo, in attesa degli esiti del ballottaggio di fine mese, dico che non c’è più tempo da perdere e, di fronte ad un futuro difficile ed incerto,ben vengano tutte le manifestazioni civili e costruttive, che porteranno ad un ridisegno del sistema più al passo con i tempi e con le esigenze urgenti della nostra collettività.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia