‘Quello che appare in tv è lontano anni luce da quello che si trova andando sul posto. Il popolo emiliano sta soffrendo, ma lo sta facendo con dignità e voglia di rialzarsi’. E’ il commento a caldo di Riccardo Calgaro, sindaco di Cogollo del Cengio, che lunedì, ha fatto ritorno da Cavezzo, dove si è recato assieme a due vigili della ‘sua’ polizia locale, che per il periodo d’emergenza, presteranno, a titolo gratuito, servizio antisciacallaggio nelle terre falgellate dal terremoto. Ad accompagnarli, il loro primo cittadino che ha voluto portare beni e tutto quanto può essere utile ai terremotati in questo momento di estrema necessità.

 

Sindaco Calgaro, cosa l’ha colpita particolarmente di questa sua esperienza a Cavezzo?

Difficile spiegare con le parole le emozioni che ho vissuto in questi giorni, in cui ho visto con i miei occhi una cittadina martoriata, che conta 7300 abitanti, che hanno scritto sui volti il dramma che stanno vivendo. Il sindaco del posto Stefano Draghetti ha emesso 600 ordinanze di sgombero. Questo significa che ci sono altrettante famiglie senza tetto, che attualmente vivono nelle tendopoli, che con questo caldo africano, si sono trasformate in veri e propri forni.Nelle tende più grandi sono stati montati dei condizionatori d’aria, ma non bastano. Quello che colpisce è il disagio di chi non si rassegna ad aver perso tutto. Anziani a cui si è ritirata la parola, che non aprono bocca, che stanno soffrendo per aver lasciato le proprie case e le proprie abitudini.

Cosa ha provato, trovando quell’inferno che poi non è così distante in km da noi?


calgaro_cavezzo1

Impotenza e ammirazione. Loro sono grati a tutta l’Italia che si è mobilitata per dare sostegno agli emiliani, ma si tratta di persone, che non amano compiangersi, che vogliono rialzarsi. La situazione è drammatica perchè la città è invasa dalle ruspe. Persino il Comune è inagibile e per gli amministratori locali non è semplice fare riunioni per strada, con banchetti e sedie di fortuna.Li ammiro perchè la forza che rasmettono è toccante.

C’è una storia che l’ha colpita particolarmente?

Più di una, ma ho impresso nella mente il tono di voce di un assessore, che si è sfogato in questi giorni, raccontandomi di come ha perso tutto in un battibaleno. La casa, che aveva acquistato con un mutuo è crollata. E’ stato licenziato da un’azienda, che ha subito danni gravissimi in seguito al terremoto. Ma di storie come queste ce ne sono tantissime. Ho fatto un giro per i quartieri interdetti, quello che si è presentato dinanzi ai miei occhi mi ha provato perchè dalla tv, non si percepisce il dramma di quei terremotati per com’è realmente.


ca

Quello che mi ha rincuorato è l’energia che stanno mettendo giorno dopo giorno, per ricominciare. Gli abitanti di Cavezzo non hanno voglia di mollare. Stanno cercando di ricominciare, anche se li circonda la devastazione. Prima di andar via, il mio sguardo è stato rapito dall’immagine di una donna, che in mezzo alle macerie, era in sella ad una bicicletta, a cui era stato attaccato un carrettino con cui lei stava trasportando i rifiuti da dividere per la raccolta differenziata. Quella scena racchiude l’essenza di una popolazione che sta stringendo i denti a fatica, ma non molla perchè nel sangue ha dignità, civiltà e voglia di tornare a vivere.

Lei è tornato a Cogollo e i suoi vigili?

cal

 

Sono rimasti lì a dare una mano. Li ho sentiti fino a poco fa, si sono stabiliti anche loro in 

 

una tenda e stanno soffrendo il caldo. Ma la voglia di dare il loro contributo supera il disagio che ne consegue.

N.B.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia