Nell’epoca della disinformazione, con l’utente medio della rete che “beve tutto” e non sa fare la differenza tra una bufala ed una notizia vera, le auto elettriche diventano bersaglio di falsità clamorose, evidenziando la necessità di un approccio critico verso le fonti di informazione. Ne inizia una condivisione sfrenata ed ecco che quella che è una cretinata colossale viene condivisa e assorbita dalle menti, specie quelle più malleabili, senza che prima almeno, si faccia un google per una verifica.

L’evoluzione del giornalismo e delle modalità di accesso alle notizie ha portato a una maggiore diffusione di informazioni, ma anche alla proliferazione di fake news, particolarmente evidente nel dibattito sulle auto elettriche. Il Sole 24 Ore ( https://www.ilsole24ore.com/art/auto-elettriche-federcarrozzieri-batterie-costi-ricarica-ecco-10-fake-news-AF9yvXGB?refresh_ce=1 ) ha recentemente pubblicato un articolo che sfata le dieci fake news più diffuse su queste vetture, dimostrando l’importanza di affidarsi a fonti verificate. Ecco un sommario dei falsi miti smascherati:

  1. Rischio di incendio: Contrariamente a quanto si pensi, le auto elettriche non sono più inclini agli incendi rispetto a quelle tradizionali. La presenza di batterie al litio non aumenta il rischio di incendi.
  2. Inquinamento: Le auto elettriche producono il 69% in meno di CO2 rispetto alle diesel nel loro ciclo di vita, grazie anche all’utilizzo di energie rinnovabili per la ricarica.
  3. Emissioni dei motori termici: Nonostante i miglioramenti, i veicoli a benzina e diesel restano meno efficienti e più inquinanti rispetto a quelli elettrici.
  4. Smaltimento batterie: È possibile riciclare e riutilizzare le batterie delle auto elettriche, ad esempio in sistemi di stoccaggio energetico.
  5. Autonomia limitata: Le moderne auto elettriche offrono autonomie che sfatano il mito della necessità di ricariche frequenti.
  6. Costi di ricarica elevati: Ricaricare un’auto elettrica può risultare economico, specialmente utilizzando energia da fonti rinnovabili.
  7. Mancanza di colonnine di ricarica: Il numero di punti di ricarica in Italia è proporzionato al numero di veicoli elettrici, smentendo la percezione di una loro insufficienza.
  8. Garanzia sulle batterie: La maggior parte delle batterie per auto elettriche è coperta da garanzie a lungo termine, che ne attestano la durabilità.
  9. Convenienza economica: Nonostante un costo iniziale più elevato, le auto elettriche promettono risparmi a lungo termine su tasse, assicurazioni e manutenzione.
  10. Costi di manutenzione: Le auto elettriche richiedono meno manutenzione ordinaria rispetto a quelle a combustione, contrariamente a quanto si crede.

Questo dibattito si inserisce in un contesto più ampio di sfiducia e disinformazione, come dimostrano due episodi recenti che potremmo prendere in analisi come ‘esperimento sociale’. In primo luogo, la reazione dei nostri lettori riguardo all’incendio di una BMW X5 avvenuto due giorni fa a Cogollo del Cengio, per il quale si è speso un elevato numero di commenti da parte dei lettori che hanno scritto la loro opinione sia sulla nostra pagina Facebook che in altri profili privati e pubblici dove è stata condivisa la notizia. La maggioranza di questi commenti ha etichettato il veicolo come elettrico, anche se questo dato è stato subito messo in dubbio sia dai due terminali di scarico visibili in alcune foto, che dalla targa DX che farebbe risalire il veicolo ad una immatricolazione del 2007, quando la BMW X5 era principalmente disponibile con motorizzazioni tradizionali a benzina e diesel. Non c’erano versioni completamente elettriche o ibride, la versione ibrida plug-in è stata introdotta solo diversi anni dopo, nel 2015.

Oltre ad aver quindi rivelato una predisposizione alla diffidenza verso queste tecnologie, c’è un altro aspetto che è stato trascurato nella discussione sull’incendio dell’auto a Cogollo del Cengio, ovvero l’impatto umano dell’incidente. Tra i numerosi commenti concentrati sulla natura del veicolo e sulle ipotetiche implicazioni delle auto elettriche, pochissimi hanno espresso preoccupazione per il benessere del conducente. Questa osservazione è emblematica di come, nel fervore del dibattito tecnologico e ambientale, l’elemento umano possa essere trascurato. Si contano sulle dita di una mano le persone che hanno espresso un pensiero rivolto a come stesse il conducente del veicolo, una riflessione che sottolinea come, spesso, la conversazione pubblica possa perdere di vista le priorità fondamentali, come la sicurezza e il benessere delle persone coinvolte.

Un secondo episodio recente riguarda l’articolo sulle vendite globali di auto elettriche, basato su dati dell’Agenzia Agi, (qui il link dell’articolo https://www.altovicentinonline.it/rubriche/la-mela-di-biancaneve/a-livello-globale-cresce-del-69-la-vendita-di-auto-elettriche/ che ha generato commenti negativi e teorie del complotto, ignorando le evidenze fornite da una fonte accreditata.

Questi casi evidenziano un problema fondamentale: la difficoltà di distinguere tra notizie false e informazioni affidabili. In un’epoca caratterizzata da un accesso pressoché illimitato all’informazione, diventa essenziale sviluppare un approccio critico e informato. La sfida per il giornalismo è quella di continuare a fornire notizie accurate e verificate, contribuendo a formare un pubblico capace di valutare le fonti e le informazioni con discernimento.

La questione delle auto elettriche e delle fake news ad esse associate riflette un problema più ampio di fiducia e verifica delle informazioni. È imperativo promuovere un’informazione di qualità e incentivare il pubblico a un approccio critico e consapevole, per navigare efficacemente nel mare delle notizie disponibili oggi.

Laura San Brunone

Nota di redazione

Oggi nelle scuole si sta facendo moltissimo in questo senso con insegnanti preparati e persino forze dell’ordine, che diffondono la cultura della rete. Si fa capire che occorre fare una selezione dei contenuti in cui ci si imbatte, ma soprattutto, stare molto attenti a quello che si scrive, a volte senza pensarci. Ai giovani si spiega e si insegna come selezionare una notizia e come non condividere assolutamente una falsità, che farà danni su persone non preparate. Esiste una differenza abissale tra una notizia giornalistica ed un pensiero sparato nel caos e nella giungla delle rete. Come stiamo attenti al cibo di cui ci nutriamo, dobbiamo imparare a stare attenti a selezionare quello che leggiamo e recepiamo perchè anche una bufala lanciata a caso può fare danno alla stessa stregua del cibo avariato.

 

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