“Ci siamo finalmente, dopo oltre un anno in cui la Regione ha preso (…e perso) tempo per esprimere i propri “pareri di competenza”, finalmente si arriva ad avviare il percorso tanto atteso per l’Alta Velocità Vicentina.”

Così interviene Chiara Luisetto, candidata al Consiglio Regionale del Veneto, con toni critici alla notizia diramata dall’Amministrazione Comunale di Vicenza , riguardante la realizzazione dell’Alta Velocità Vicentina.

“Abbiamo un Paese, ma anche una Regione pesante ed elefantiaca nel modo di muoversi, che corre nelle dirette in tv come un leprotto e poi ha i piedi d’argilla sulle infrastrutture come la SPV ci insegna.

Stiamo parlando della TAV che attraverserà Vicenza, quella che ha sicuramente ferito dei territori in alcune zone, ma che per noi, per il Vicentino, è un’opportunità che non possiamo farci sfuggire. Nel 2014 Achille Variati sbloccò la partita, mettendo la parola fine sul tracciato, ma si sperava che in 6 anni potesse esserci un avvio più rapido.

Mi chiedo perché sia sempre così lungo questo processo decisionale e la risposta temo risieda nella mancanza di visione strategica del governo veneto. Manca un disegno sulle infrastrutture coerente con le esigenze di sviluppo e parallelamente adeguato alla tutela del nostro patrimonio ambientale. Non un passo in avanti sull’integrazione gomma-ferro… Attendiamo da decenni il tanto agognato biglietto unico integrato che sarebbe un vero segno di modernizzazione, in particolare per facilitare gli spostamenti dei più giovani per studio e lavoro.

La prospettiva per un territorio produttivo come il nostro non può rimanere sempre condizionata dalle poche infrastrutture e da un disordine urbanistico. Dobbiamo cominciare a guardare a come gestire mobilità, velocità e globalizzazione anche con la gestione dei flussi di merci e persone in modo diverso.

E’ necessario portare le merci su rotaia, farle arrivare e partire più velocemente nel corridoio Lisbona – Kiev – senza consumare ancora più suolo.

Ricordo che ne parlava nel 2005 Paolo Costa, commissario europeo alle infrastrutture: oggi sono passati solo 15 anni per decidere di essere di questa ‘partita’.

Dico una cosa forse forte, poco di parte, ma queste partite vanno giocate insieme non tifando uno contro l’altro. Come veneti, per riuscire a dare a questo territorio maggiori opportunità. TAV significa un hub di connessioni nuove e più veloci con il mondo, con mercati che ora sono più faticosi da raggiungere. Creare una via rapida per portare persone, scambi culturali, esperienze, lingue a confrontarsi e poter crescere. Significa anche alleggerire traffico sulle strade urbane, inquinando meno.

A noi vicentini sappiamo che non manca l’intraprendenza, alla politica il compito di progettare e scegliere con rapidità che territorio vuole: chiuso in se stesso o aperto alle opportunità?

A Venezia serve praticità e capacità di sintesi, senza rimandare all’infinito decisioni che da visione si sono trasformate ormai in impellenti necessità.”

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