40.400 posizioni di lavoro dipendente in più: a tanto ammonta il saldo occupazionale del primo trimestre 2016 in Veneto. Nonostante il calo delle assunzioni del 12,7% rispetto allo stesso periodo del 2015, in larga parte dovuto alla flessione del tempo indeterminato (-1.600 il saldo tra assunzioni e cessazioni nel periodo gennaio-marzo) e dell’apprendistato (-700), la Bussola del mercato del lavoro di maggio, redatta a cura dell’Osservatorio & Ricerca di Veneto Lavoro, segnala una ripresa occupazionale. La diminuzione dei contratti a tempo indeterminato, quasi 31.000 nei primi tre mesi dell’anno tra assunzioni e trasformazioni, a fronte dei 46.500 dello stesso periodo del 2015 e ai 34.200 del 2014, era un dato previsto, dopo il ridimensionamento dell’esonero contributivo, che dal 1° gennaio 2016 è sceso a un massimo di 3.250 euro l’anno per due anni. La volontà di usufruire degli sgravi in vigore nel 2015, più vantaggiosi, aveva infatti determinato un anomalo e probabilmente anticipato ricorso al tempo indeterminato nel mese di dicembre 2015, quando si erano registrate 47.600 assunzioni e 29.600 trasformazioni.

“Questi numeri confermano quello che avevo evidenziato nei mesi scorsi, ovvero che gli incentivi sono uno strumento utile ma che determinano inevitabilmente delle anomalie”, afferma l’assessore regionale al lavoro. “Nel breve termine gli incentivi possono rivelarsi attrattivi ma per rafforzare il mercato del lavoro, che in Veneto è fondato su un sistema solido per intrinseca natura, servono azioni mirate a snellire la burocrazia e a diminuire la pressione fiscale alle imprese”.

Riguardo alle altre tipologie contrattuali, risultano in crescita i contratti a tempo determinato (+33.700), il lavoro somministrato (+9.000) e i tirocini, favoriti anche dal Programma Garanzia Giovani Veneto. Prosegue inoltre l’espansione del lavoro accessorio: da poco più di mezzo milione di voucher venduti in regione nel 2009, prevalentemente in agricoltura, si è passati a oltre 15 milioni nel 2015, in svariate attività produttive.

Crescono, invece, i licenziamenti (13.300), ma diminuiscono dimissioni, pensionamenti e conclusione di contratti a termine. Positivi i dati sulla disoccupazione, che nel 2015 secondo l’Istat è scesa in Veneto al 7,1% (24,7% quella giovanile), quasi 5 punti percentuale in meno rispetto alla media nazionale.

“In Veneto la situazione è migliore che nel resto d’Italia – osserva l’assessore regionale al lavoro – perché le politiche per il lavoro attuate finora hanno avuto la capacità di dare risposte concrete nell’attuale congiuntura, confrontandosi con un territorio capace di tenere la barra dritta. Ora i nostri interventi si concentreranno sui padri e le madri di famiglia in difficoltà occupazionale, promuovendo azioni strutturare di accompagnamento e riqualificazione professionale, con l’obiettivo di dare nuova linfa alle imprese del territorio e alla competitività sul mercato. La valorizzazione e la formazione specialistica delle risorse umane sono il caposaldo delle nostre politiche per il lavoro e lo sviluppo economico”.

La Bussola di maggio 2016 è disponibile sul sito di Veneto Lavoro, www.venetolavoro.it, e, in sintesi, nella Press Area di ClicLavoro Veneto, www.cliclavoroveneto.it.

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