Ho visto la disperazione di una donna disoccupata che non sa come sbarcare il lunario, ho visto l’incertezza di giovani, che hanno preso tanto freddo in nome di una protesta in cui credono, ma ho letto soprattutto tanta rabbia negli occhi dei manifestanti. Alex Cioni, 38 anni, scledense ha partecipato stamani alla giornata di protesta indetta dai ‘forconi’ e che ha coinvolto l’intera Italia. E’ partito all’alba con un gruppo di concittadini, che come lui, sono convinti che la protesta eclatante sia l’unico mezzo per convincere i politici che le cose devono cambiare.

Stare una giornata in mezzo a tutti quei manifestanti, che hanno bloccato il traffico a Vicenza Ovest cosa Le ha fatto capire?

Che c’è tanta disperazione, ma anche esasperazione. Le persone che stavano lì a manifestare come me sentono che la politica è troppo distante dai loro problemi. E’ questo che fa rabbia. Ascoltare giornalmente una classe politica che avrebbe il modo di cambiare le cose che appare davvero troppo distante dalla realtà, fatta di padri di famiglia che non riescono ad arrivare a fine mese, che sono bombardati dalle tasse e dalle cartelle esattoriali. Gente che sembra dimenticata.
Cosa Le ha fatto capire questa giornata così particolare?

Che occorre ritrovare uno spirito di solidarietà nazionale, che dobbiamo renderci conto che facciamo parte di una nazione che sta soffrendo e che adesso necessità di unione.

Cosa di positivo l’ha colpita oggi e le dà speranza?

Vedere tanti giovani che hanno voglia di partecipare, di essere attivi e di fare la propria parte. Giovani che spesso accusiamo di essere passivi, ma che oggi ho visto bisognosi di partecipare attraverso una protesta eclatante, che vuole segnare una sorta di risveglio delle coscienze.

Che atteggiamento hanno avuto le forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti?

La nostra è stata una protesta pacifica, ma abbiamo notato un atteggiamento di solidarietà, quasi di comprensione da parte degli uomini in divisa, che hanno mostrato anche una sorta di comprensione nei confronti di chi ha perso il lavoro o sta subendo gli effetti di una crisi economica che ci ha messi al tappeto. Perchè il messaggio che deve passare è anche quello della solidarietà da parte di chi il lavoro ce l’ha, ha un’azienda fortunatamente florida o ogni 27 può contare su uno stipendio sicuro. Non ci si può voltare dall’altra parte dinanzi a chi invece, sta soffrendo e sta vivendo il disagio. Anche perchè, per come stanno andando le cose, è probabile che nel vortice ci piombino anche coloro i quali in questo momento non stanno male.

di redazione Thiene on line

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