A 16 anni già bullo e della peggiore specie, senza alcuna sensibilità nei confronti del suo compagno di classe autistico, che ha minacciato e ricattato per estorcergli alcuni oggetti privati. E’ stato denunciato dai carabinieri di Vicenza alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Venezia, P.L, 16 anni, per estorsione ai danni di un suo compagno di classe autistico. La storia, accaduta in una scuola del vicentino, ferisce. Ferisce non solo la giovane vittima autistica, ma coinvolge nel dolore i genitori, gli insegnanti e la società civile. I fatti, che hanno portato alla denuncia per estorsione il bullo, sono inquietanti e offrono uno spaccato della gioventù, quantomeno allarmante. Marco (nome di fantasia), è bello, intelligente e affettuoso. Marco è autistico.

Da quando gli è stata diagnosticata la patologia, Marco è seguito dalla famiglia, dai medici e dagli operatori. Il lavoro sinergico delle strutture con la famiglia è incessante e faticoso, ma i risultati sono ottimi, tanto che Marco frequenta la scuola senza grandi problemi, una vittoria comune a tutti coloro che lo seguono, perchè relazionarsi con il mondo di Marco non è facile, è impegnativo a tratti doloroso. Frequenta l’Istituto scolastico di Vicenza, dove grazie agli insegnanti, Marco si inserisce bene e stabilisce un rapporto di fiducia con i compagni di classe. Ma, a novembre, per Marco inizia l’inferno: il compagno di classe con un raggiro, spacciandosi per una giovane e bella ragazza, lo convince a fotografarsi i genitali e a inviare la fotografia tramite whatsapp. Da quel momento, Marco non ha più tregua, per un mese subisce richieste estorsive pressanti da parte del bullo, che gli chiede costantemente i suoi oggetti personali, pena la pubblicazione sui social della foto che lo ritrae nudo, immagine, poi comunque diffusa nonostante l’avvenuto pagamento del “riscatto”.

Marco comincia a cambiare, ad avere atteggiamenti diversi, a regredire nel suo quotidiano. Destabilizza i genitori e tutte le figure professionali che lo seguono. La causa appare inspiegabile. Ma si sa, le mamme non si arrendono mai, ed è proprio la mamma che capisce lo squallido gioco messo in atto dal compagno di classe e immediatamente denuncia i fatti in caserma. Nelle redazioni arriva il comunicato stampa del comando provinciale dei carabinieri di Vicenza, che invita al rigore della notizia, affinchè non si individui la vittima o l’istituto dove il fatto e’ accaduto, per non aggiungere dolore, gia’ sufficientemente presente, alla famiglia della vittima, nonche’ a tutela dei minorenni.

Roberta Puglisi

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