Un paese spaccato in due sull’ex medico di base Jamil Bassal , al centro di una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire e sulla quale si continua a dibattere a Valdastico. La notizia di questi giorni è che stanno aderendo in massa gli ex pazienti del professionista, alla raccolta firme indetta dallo stesso professionista. A quest’ultimo non è stato rinnovato il contratto, dopo che il sindaco Claudio Sartori aveva fatto sapere all’Ulss 7 di non volerlo più. Una decisione da parte del primo cittadino, dopo i pettegolezzi che girano nella Valle dell’Astico da almeno 3 anni. Secondo le accuse del primo cittadino che si è addirittura rivolto alla Procura della Repubblica di Vicenza, il medico non avrebbe voluto visitare pazienti donne e avrebbe spesso sbagliato diagnosi e ricette. Problemi anche con la casa di riposo di Valdastico. Contro il ‘camice bianco’ anche pazienti che si sarebbero rivolti al Tribunale del Malato.  Ma Bassal non solo respinge tutte le accuse e si sente tradito dal sindaco, si dichiara un medico sempre disponibile che con qualsiasi tipo di paziente, al di là del sesso e dell’età. Ha già raccolto diverse firme e dichiarazioni scritte da parte di suoi ex iscritti, che mettono nero su bianco la loro esperienza con il medico, come per attestare che quel dottore non è come viene descritto da Sartori.

Una vicenda ingarbugliata che ha portato nelle scorse settimane i carabinieri del Nas nell’ambulatorio di Valdastico del medico di famiglia, che fa pure la guardia medica ad Arsiero. Sono molte le lettere ricevute anche noi, alla redazione di Altovicentinonline, con alcuni lettori che dichiarano versioni contrastanti. C’è chi dà ragione al sindaco Sartori sostenendo che quel medico “era sgarbato, non ti ascoltava e non ti faceva parlare” e altri pazienti che lo descrivono con una disponibilità che oggi non è di tutti i medici di base. “Lui veniva anche a casa di notte, potevi chiamarlo a qualsiasi ora e Bassal si precipitava a darti aiuto”.

A difendere Bassal anche qualche collega di lavoro, che ci ha detto che “se non avesse voluto visitare le donne se ne sarebbero accorti e che questo particolare non risulta”. Insomma, quanto emerge in questo momento è un paese della Valle dell’Astico diviso in due tra chi difende il medico egiziano e chi non lo vuole più in paese. Ma c’è chi dichiara una versione dei fatti che sta in mezzo: “Il dottore Bassal aveva qualche difficoltà con la lingua italiana, ma questo è comprensibile. Non è vero che non sapesse parlare italiano. Il problema è che a Valdastico c’è una popolazione più che altro anziana. Pensionati che parlano solo in dialetto. Da immaginare la comunicazione tra il dottore e chi di suo non sa esprimersi al meglio. C’è da dire che il dottor Bassal ha anche un caratterino vivace che fa scintille in un ambiente di montagna, dove la popolazione è chiusa, a tratti scostante con chi non è nato lì”.

Naturalmente, si tratta di opinioni di singole persone, la maggior parte dei cittadini non ha voglia di parlare e aspetta che la verità emerga al di là di simpatie o antipatie nei confronti del medico.

N.B.

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