Ha composto il numero di emergenza 112, disperato, forse cercando di esternare il proprio malessere interiore e urlare un’ultima richiesta di aiuto: “Ho intenzione di farla finita, sto andando sul ponte Sant’Agata”. Dall’altra parte del telefono l’operatore della Centrale Operativa della Compagnia di Schio. Il Carabiniere, comprendendo la pericolosità e la gravità delle intenzioni , ha preso tempo, cercando e riuscendo ad entrare in empatia con l’uomo, un 23enne del posto, tentando di sdrammatizzare i toni.

“La telefonata, pian piano, ha quindi cominciato a prendere una piega diversa – ha raccontato stamattina il Capitano Francesco Grasso, comandante della compagnia di Schio – . Il ragazzo, comunicando intanto di essersi seduto su una panchina, ha raccontato delle sue paure, delle sue difficoltà, trovando dall’altra parte una voce serena, rassicurante, amica. Nel frattempo, il militare al telefono, utilizzando una diversa linea telefonica e usando il vivavoce, stava facendo ascoltare la conversazione ad una pattuglia del Nucleo Radiomobile che, in silenzio, percepiva dettagli inerenti la precisa posizione dell’uomo prima di dirigersi sul posto. Parallelamente, l’operatore della Centrale Operativa, ha continuato la conversazione telefonica spostando l’attenzione su argomenti i diversi, raccontando anche di sé stesso, riuscendo a strappare un sorriso e un sospiro di sollievo”. Da lì a pochi minuti, la pattuglia dell’Arma sarebbe arrivata  sul posto, trovando l’uomo seduto proprio su quella panchina e ancora al telefono con l’operatore. Il tutto si è concluso nel migliore dei modi e il ragazzo è stato  affidato alle cure dei medici, nel frattempo, arrivati  sul posto.

F.C.

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