Non era la prima volta che finiva nel mirino dei malviventi, il rappresentante orafo M.F., 54 anni, rapinato e sequestrato oltre dodici ore da due banditi, nel garage di casa a Costabissara. La vittima è stata riascoltata dai carabinieri che sperano di chiudere il cerchio attorno ai malviventi, che si sono dimostrati degli autentici professionisti in materia di rapina. E a chi pensa ai ‘soliti’ extracomunitari, non ci sarebbero dubbi.

Gli autori del grave fatto di cronaca nera parlavano un italiano perfetto. Nessuna inflessione. E’ a due cittadini ‘di casa nostra’ che gli investigatori stanno cercando di dare un volto d un nome.
 I due rapinatori hanno aggredito il rappresentante orafo alle spalle, verso le 9,30 di venerdì, mentre la vittima usciva di casa per recarsi alla ditta di Verona, per la quale da sempre fa il rappresentante. I preziosi del valore di 150mila euro portati via dai malfattori si trovavano nel portabagagli della Golf del 54enne che ha raccontato ai militari i particolari dell’aggressione. ‘Mi sono sentito puntare alla schiena un oggetto di ferro – ha spiegato la vittima, dopo le dodici ore di sequestro all’interno del proprio garage, dove è stato imbavagliato e legato ad una sedia, poi ancorata ad un pezzo di mobile del cantinato – presumo fosse una pistola, anche se non l’ho vista’. 
I banditi hanno parlato poco, ma lo hanno convinto ad aprire il portabagli, da dove ha prelevato lo zainetto contenente i preziosi’. Attimi di terrore per M.F.,che non ha esitato ad esaudire le richieste dei malviventi. Arraffato il bottino, i due gli hanno sigillato la bocca con del nastro isolante. Lo hanno legato ad una sedia, unendo i polsi con delle fascette da elettricista. Prima ancora, gli avevano chiesto di consegnare loro il cellulare, dal quale avevano estratto la batteria. Dopo essersi assicurati che fosse impossibilitato a chiedere aiuto e a muoversi, lo hanno chiuso, ma non a chiave, abbassando la porta basculante. Il particolare strano è che M.F. dopo alcune ore, è riuscito a liberarsi del cerotto che gli copriva la bocca e nonostante la richiesta d’aiuto, nessuno lo avrebbe salvato. Possibile che nessuno sia sceso in garage per tutte quelle ore?
Sono stati due parenti preoccupati, in serata, dopo diverse chiamate al cellulare del congiunto a cercarlo ovunque, fino a trovarlo nel garage sotto casa. Lo hanno liberato e così, è scattato l’allarme che ha raggiunto la sala operativa dei carabinieri della compagnia di Thiene. Sul posto, i militari del nucleo operativo che da venerdì sera, non hanno smesso di indagare per dare la caccia ai due rapinatori. Numerose le perquisizioni domiciliari da parte degli investigatori, che sono andati a fare visita ai ‘ricettatori schedati’, che potrebbero essere entrati in possesso del ricco bottino. Si tratterebbe di un intero campionario di gioielli di ogni tipo. L’identikit tracciato dai carabinieri è quello dei professionisti, che potrebbero essere arrivati da fuori territorio e potrebbero essere chissà dove. 
N.B.

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