Ha messo alle costole del suo operaio un investigatore privato, sospettando che quel collare, quelle continue licenze per malattie fossero solo una scusa per non andare a lavorare. I suoi dubbi sono risultati fondati perchè quello che lo Sherlock Holmes ha scoperto è la storia del classico ‘furbetto’, che è stato denunciato per truffa continuata ai danni dell’Inail.

Ad incastrarlo, foto e filmati che dimostrano come il 33enne macedone, dipendente delle officine Spf Chilò di Sarcedo, andava a portare i certificati medici con collare e con andatura barcollante, per poi camminare normalmente quando pensava di non essere visto. Ci sarebbe addirittura la prova fornita dal detective che attesterebbe come il finto malato, un giorno, aveva raggiunto una zona ricreativa sull’argine del Brenta nel comune di Nove,  aveva tenuto un comportamento normale, scendendo di corsa da una scarpata con un’agilità decisamente non comune anche a persone allenate.
Il 33enne inoltre, per tutto il tempo della malattia pagata profumatamente sulla base di una finta malattia recitata a dovere, frequentava una sala scommessa, dove stava seduto su uno sgabello intento a giocare e senza alcuna difficoltà motoria.

L’idea di prendere in giro tutti e truffare, secondo quanto ricostruito dalla Polizia Locale Nevi, sarebbe arrivata al macedone quando nel mese di settembre, era rimasto vittima di un piccolo incidente sul lavoro. Niente di grave, era solo caduto e portato in ospedale, i medici avevano assicurato che si sarebbe risolto nel giro di tre giorni. Da qui, l’uomo avrebbe deciso di prendersela comoda inventandosi dolori e problemi fisici inesistenti, che però gli avrebbero fatto percepire lo stipendio fino a oggi, a casa, senza andare al lavoro.

di Redazione Altovicentinonline

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