Ci è voluto un mese. Un mese durante il quale le amministrazioni comunali di Torrebelvicino e Schio si sono rimboccate le maniche per trovare una casa a Giulia e le sue due figlie, che rischiavano di finire a dormire in auto a causa di quelle vicissitudini della vita che travolgono, che si pensa di riuscire ad affrontare e invece trascinano verso il baratro.

Un mese cui la solidarietà dell’Alto Vicentino si è fatta sentire, con gente che ha donato quello che ha potuto, che si è rimboccata le maniche la domenica per tinteggiare, montare la cucina, lucidare le finestre.

Giulia, 56enne di Torrebelvicino con due figlie (una delle quali minorenne) da ieri finalmente ha una casa calda e un letto suo nel quale coricarsi.

E’ stata ospite un mese da un’amica, che aveva preso in mano la situazione intuendo che quella donna, già provata da una vita impegnativa, non aveva più la lucidità di fare nessuna azione. Senza lavoro, con la casa che crollava a pezzi, le figlie da mandare a scuola e una vita da ricostruire, l’automobile parcheggiata lungo la strada le era sembrata l’unica opportunità.

E invece no. Un’altra strada c’era. Fatta di persone dal cuore grande, di solidarietà studiata e costruita grazie alle istituzioni, di persone che hanno trascorso weekend alternativi sistemando la casa di una sconosciuta che ora, ha intenzione di farsi conoscere.

“La casa di Giulia è meravigliosa – ha spiegato Maura Fontana, l’amica che ha messo in moto il tam tam della solidarietà – E’ fatta di tante cose, che provengono da persone diverse che hanno gusti diversi, abbinate incredibilmente bene”.

Come se la vita avesse detto a Giulia che ora le cose sono cambiate, che si comincia a ragionare. Con una casa e un lavoro si dorme sereni. “Finalmente l’ho vista sorridere dopo giorni di pianti – ha spiegato Maura, l’amica che con lei ha condiviso il momento più pesante della vita Giulia – Giorni nei quali cercavo di spiegarle che il pianto è il segno della rinascita, consapevole che lei non aveva la forza di comprendere quello che volevo dire”.

E alla fine, anche per Giulia la rinascita è arrivata. La storia di Giulia aveva tenuto molti con il fiato sospeso, perché ha fatto vedere chiaramente che cose del genere succedono anche fuori dalla porta di casa in un territorio che ‘sta bene’. E ha insegnato anche che non è vero che solo le persone semplici donano e si sacrificano, perché Giulia ha ricevuto anche aiuto da qualcuno che, per professione, poteva donare di più.

Tante gocce che insieme, hanno formato l’oceano di Giulia. Un mare fatto di affetto, tante cose, grandi e piccole, che le hanno permesso ora di avere una casa calda, delle stanze e dei comodi letti nei quali trascorrere la notte con le sue figlie vicine.

A.B.

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