Si è definitivamente conclusa  ‘l’era Canale’ con l’ultimo CDA del Consorzio di polizia locale Alto Vicentino di Schio. Si apre quindi un periodo di attesa fino alla nomina dei prossimi membri (4 in totale compreso il presidente) da parte dell’Assemblea dei 16 Sindaci, in programma il 30 luglio (durante la prima assemblea non si era raggiunto l’accordo tra i Sindaci per il rinnovo delle cariche).

 

Fino ad allora Luigi Canale, Presidente del CDA in carica dal 2009, in relazione alle polemiche che hanno avvelenato il clima di intesa tra Consorzio, dipendenti e Sindaci, tiene la bocca cucita. “Parlerò tra una settimana”, ha affermato con decisione, “quando i miei compiti da Presidente saranno conclusi, e allora dirò la mia su tutte le polemiche che in questo ultimo periodo hanno svalutato il nostro lavoro”.

Il rinnovo del CDA sta stimolando le aspettative di molti, non ultimi i dipendenti del Consorzio Alto Vicentino, che nel corso degli ultimi 4 anni si sono visti ridurre le indennità di rischio e i recuperi delle festività infrasettimanali, a differenza dei colleghi del Consorzio Nevi di Thiene. Canale è stato accusato dai sindacati di aver applicano il contratto nazionale in maniera troppo restrittiva, mentre lui si è difeso con forza spiegando come sia stato un processo di approfondimento e revisione necessario, che anche gli altri consorzi saranno destinati a sposare per applicare la normativa vigente.

Canale, in attesa di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, cosa ci può dire attualmente?

Che certi aspetti organizzativi, come la possibile condivisione del nuovo comandante Giovanni Scarpellini tra il Consorzio Alto Vicentino e Nevi, sono stati esasperati e che senza dubbio le problematiche sindacali che si trascinano da troppo tempo hanno avvelenando il clima. Non è stato facile in questi anni gestire le polemiche e i malumori. Tutto questo va al di là di quello che è il mio compito primario, e cioè il bene del Consorzio. E a tutti quelli che hanno affermato che il Consorzio è malato, rispondo che basta osservare i bilanci per capire che è vegeto e operativo senza riserve, in perfetto equilibrio finanziario.

Una sintesi positiva, sembrerebbe. Ma come ha vissuto personalmente la problematica sindacale?

Sono stati 5 anni di grosso impegno e soddisfazioni. Abbiamo in tutti i modi tentato di seguire un criterio di efficienza. Ma non nego che sono stati anche 5 anni di amarezze. Non ultimo proprio per la problematica sindacale, che comunque considero l’unico neo, ma questo neo non può offuscare il dato reale dei bilanci. Sul piano umano non posso che condividere le contrarietà dei dipendenti, ma, a costo di essere brutale, dico che sono passati i tempi delle vacche grasse. Ripeto, è comprensibile il loro astio, ma sul piano operativo questo cambiamento era da fare. Quello che il Consorzio ha messo in atto non è stato altro che un sistema di razionalizzazione dei privilegi acquisiti. Noi ci occupiamo per prima cosa dei cittadini dei 16 comuni del Consorzio, non dei 43 dipendenti. Quello che abbiamo portato avanti lo abbiamo fatto secondo le regole. Come spiegherebbe altrimenti il fatto che non abbiamo ricevuto nemmeno una denuncia da parte del Giudice del lavoro?

Il suo rapporto con i Sindaci come è stato invece?

Abbiamo sempre lavorato nella massima sintonia coi Sindaci, in una dialettica giusta e corretta. Il CDA è espressione di tanti sindaci, tutti di numerose e diverse appartenenze politiche. Quel che mi ha sempre colpito è che, nonostante le molte fedi politiche, in questo particolare ambito tutti hanno sempre lavorato per il bene comune del Consorzio. Io personalmente tengo a dire una cosa, che sono a disposizione anche dei nuovi Sindaci per qualsiasi chiarimento o approfondimento.

Per quanto riguarda i Comuni della vallata, non pensa siano più trascurati rispetto agli altri a causa della loro perifericità?

No, ed anche per la questione dei costi di trasferta non è vero che ricadono nei comuni periferici. Si cerca sempre di razionalizzare gli spostamenti. La pattuglia che deve andare a Pedemonte è organizzata in modo che debba prestare servizio anche a Velo o altri comuni vicini, così da ottimizzare il servizio. Quel che invece è un dato generalizzato è il calo della richiesta del numero di ore da parte di tutti i comuni del Consorzio. Il dato è di 11.000 ore in meno fatte in tre anni.

Che cosa lascia di irrisolto?

Lo spostamento della sede attuale alla nuova sede nello spazio che ci ha riservato l’ex Ospedale di Schio, attualmente vuoto. Questo farebbe risparmiare al Consorzio 109.000 euro di affitto che paghiamo al Comune di Schio, perché lo spazio ce lo fornirebbero a costo zero. I dettagli sono tutti definiti, resta solo da firmare il contratto, ma questo lo potrà fare solo con il nuovo CDA. Ovviamente, se decideranno per il sì.

Marta Boriero

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