La Procura ne aveva chiesti 8, il giudice ieri gliene ha inflitti 6. Cinque gli anni trascorsi dal suo arresto da parte dei carabinieri di Thiene che portarono alla luce il giro d’affari da 300mila euro gestito da quel finto giudice. Sono i numeri della vicenda giudiziaria che ruota attorno all”azzeccagarbugli’ dell’Alto Vicentino. Antonio Baù, 67 anni, di Asiago, ma molto ‘attivo’ a Thiene è stato condannato ieri anche a 3800 euro di multa.

 

Qualcuno dice ‘troppo poco’ per quel truffatore che avrebbe raggirato anziani, giovani, imprenditori e persino sacerdoti. Lui si spacciava come un giudice capace di ‘aggiustare’ ogni faccenda. Si presentava dalle sue vittime con il suo fare ‘ammaliante’ e li attirava nella trappola per spillare loro soldi. Avevi problemi di eredità? Contenziosi, separazioni e cause legali di qualsiasi genere? Lui ti prometteva la sua professionalità e l’aiuto grazie alle sue amicizie potenti per risolvere il tutto. Peccato che la laurea lui nemmeno l’avesse ed era capace di sparire con i denari, lasciando le sue vittime in povertà e nello sconforto.

15 le denunzie raccolte dai militari dell’arma nel corso delle indagini. Baù, secondo l’accusa si sarebbe arricchito nel giro di pochi anni per un giro d’affari scoperto che si aggirerebbe sui 300mila euro. Le vittime che inizialmente avevano fatto fatica a denunciare erano residenti a Thiene, Marano, Schio, Breganze, Fara, Valli del Pasubio, Cogollo e Zugliano. Non facile ricostruire la vicenda che è approdata in un’aula di tribunale, dove i raggirati hanno raccontato i particolari delle truffe. Di come venivano adescati da quell’uomo dall’aria perbene, che aveva parlantina e carisma e che era capace di convincerti che la giustizia era troppo lenta e che grazie alla sua intercessione, ogni causa poteva essere risolta in un battibaleno.

di Redazione Thiene on line

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