Avrebbe messo in scena il suicidio della moglie. In un primo momento sembrava proprio che Anna, 42 anni, madre di due bambine, si fosse tolta la vita utilizzando la pistola calibro 9,21, detenuta regolarmente da Angelo Lavarra, 44 anni, vigilantes della Civis.
Invece, secondo i carabinieri del reparto operativo di Vicenza, l’avrebbe uccisa lui.
Svolta nelle indagini sulla morte della cassiera del Carrefour, trovata cadavere nell’appartamento di via Aldo Moro a Marano.
Quello che sembrava un caso chiuso nelle prime ore, ha portato il magistrato titolare dell’inchiesta ad emettere un provvedimento urgenza di fermo di polizia giudiziaria. Si trova quindi dietro le sbarre Angelo Lavarra, che ora dovrà rispondere del reato di omicidio.
Bocche cucite da parte dell’arma dei Carabinieri che, solo 4 giorni fa, hanno avuto la conferma da parte dei colleghi del Ris di Parma. Da qualche giorno iniziavano infatti a sospettare.
Troppe incongruenze, troppe contraddizioni da parte della guardia giurata, che avrebbe fornito una ricostruzione di quello che si sforzava a descrivere come un suicidio.
Ad indurre il magistrato ad emettere il provvedimento d’urgenza sarebbe stato un pericolo di fuga del presunto assassino di Anna.
Martedì scorso, era stato Lavarra a chiamare i Carabinieri, ai quali con voce trafelata aveva detto: “Venite, mia moglie si è uccisa con la pistola che tenevo nell’armadietto”. Quando i militari sono accorsi nell’appartamento, dove la coppia aveva vissuto felice con le sue piccole, hanno trovato il corpo di Anna riverso in una pozza di sangue. La pistola giaceva sul pavimento ma, in quel momento, tutto appariva compatibile con quanto raccontato e messo a verbale. “Stavo riposando sul divano quando mi è piombata in casa Anna. Nonostante ci fossimo separati voleva vivere sotto le stesso tetto, mio e delle nostre figlie”.
Cosa sia accaduto è al vaglio degli inquirenti, perché ci sarebbero due versioni che farebbero entrambe acqua da tutte le parti.
I due hanno litigato e al culmine dell’accesa controversia qualcuno ha afferrato la pistola per fare fuoco? I Carabinieri sono convinti che a fare fuoco contro Anna sia stato il marito.

Manca il movente
Nella vita di Anna non ci sarebbe stata l’ombra di un altro uomo. Quindi al momento gli investigatori escluderebbero la gelosia. Cosa avrebbe armato la mano del presunto omicida? I Carabinieri lo stanno ricercando nel dissidio familiare di questa coppia, che da un paio di mesi era arrivata alle vie legali. Di fatto erano separati, con lei che aveva già trovato un nuovo appartamento.

La suocera contro il genero
In questa vicenda, che presenta molti lati oscuri, emerge il ruolo della mamma di Anna, che non ha mai creduto alla versione del genero.
“Mia figlia non si sarebbe mai tolta la vita e non sapeva maneggiare una pistola”.

di Redazione Altovicentinonline

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