In un periodo dove a parlare di sanità montano tristezza e rabbia, quanto accaduto pochi giorni fa all’ospedale di Santorso  è riflesso della ‘buona sanità’. Quella fatta  di passione e dedizione alla professione mai deluse da chi ci lavora, anche se con un turni massacranti alle spalle. Salvato bimbo all’ottavo mese di gravidanza, grazie all’intervento tempestivo dell’equipe medica.

Allo staff medico di Santorso sono bastati 10 minuti per decidere ed intervenire. Un solo minuto in più avrebbe potuto costare la vita al piccolino che si trovava dentro alla pancia della mamma.
Un dramma evitato pochi giorni fa, con la donna che si trovava già ricoverata all’ospedale di Santorso per degli accertamenti. Ma qualcosa ha cominciato a non andare per il verso giusto, col cuoricino del piccolino che batteva sempre meno. Non ci hanno messo molto a capire cosa stesse accadendo, col cordone ombelicale che era uscito dall’utero ed il bambino che stava andando in carenza d’ossigeno.

Una condizione grave, riassunta in tre parole  ‘prolasso del funicolo’, facendo scattare l’emergenza che, se non affrontata tempestivamente come al reparto di ostetricia di Santorso hanno saputo fare, può destinare il bambino ad una vita da disabile mentale grave, sempre che non nasca già morto.
Una corsa contro il tempo, fatto di pochi minuti. Con la gestante che è stata portata di corsa in sala operatoria, facendo nascere in dieci minuti il bambino con un parto cesareo d’urgenza. Il bambino ora sta bene, ma resta comunque monitorato in terapia intensiva neonatale.

Paola Viero

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