Voleva fare il furbetto, ma la banca lo ha ‘tradito’ avvisando’ la Guardia di Finanaza.

Già imputato per frode fiscale, con beni e conti correnti sotto sequestro, tenta di mettersi in tasca 34mila euro incassando una polizza assicurativa. Ancora nei guai l’imprenditore di una ditta di Piovene, già balzato agli onori di cronaca nell’ambito dell’operazione ‘Matutinus’, condotta dai militari delle Fiamme Gialle di Schio.

L’uomo avrebbe tentato di racimolare dei soldi, presentandosi in banca e chiedendo di  incassare i 34mila di una polizza del quale risultava beneficiario. Un escamotage per dribblare il provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca del capitale dell’azienda, che è stato bloccato grazie alla segnalazione partita della banca.  La polizza, che di fatto non compariva nell’originario elenco dei beni ‘congelati, ora è stata sequestrata.

Le indagini
Nello specifico, le articolate indagini condotte dalla Tenenza di Schio, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vicenza, erano state avviate nel 2016, quando era stata individuata una società di capitali, sedente nel vicentino ed attiva nel settore meccanico, la quale aveva emesso ed utilizzato fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, omettendo altresì la presentazione delle dichiarazioni fiscali.
Più di 2,5milioni di euro in fatture false che l’imprenditore di Piovene emetteva ad altre 23 aziende, con sede nel Triveneto, consentendo di mettere in piedi una serie di deduzione e detrazioni d’imposta, tutte finalizzate a sottrarre al fisco un’ingente somma di danaro. Tra l’altro, al fine di ostacolare le indagini,  i pagamenti delle fatture  false alla “cartiera” venivano dirottati su conti correnti aperti  nella Repubblica Slovacca. Soldi che poi venivano prelevati, in contanti, per essere restituiti ai beneficiari del sistema fraudolento. Come è emerso dai controlli, eseguiti al confine nazionale, controllando anche i cellulari degli indagati, i “riciclatori” organizzavano dei viaggi in Slovacchia, per poi rientrare  coi ‘puliti’.

Nei confronti di 23 imprese, e  relativi 26 amministratori indagati per utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, venne  dunque disposto il sequestro del profitto illecito,  poco meno di 1,4 milioni di euro, col sigillo a 5 immobili, tra  Costabissara, Sandrigo e Caltrano, 4 auto, oltre alle quote societarie di sette imprese, tre fondi comuni di investimento, due polizze assicurative, un credito commerciale e 32 conti correnti.
Gli amministratori di fatto della società di comodo sono indagati per i delitti di emissione di fatture per operazioni inesistenti e auto-riciclaggio.
Sequestri che trovarono conferma nel rigetto, da parte del Tribunale del Riesame di Vicenza  al ricorso presentato dagli indagati.

La Procura di Vicenza ha emesso l’avviso di conclusione indagini preliminari, che è stato notificato dalle Fiamme Gialle nei confronti di 34 indagati.

di Redazione AltovicentinOnline

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