Difficile immaginarselo, ma anche sul Novegno, montagna di casa nostra dove gli escursionisti vanno a fare le camminate ‘facili’, si è staccata una valanga. Una ‘colata’ di neve è precipitata lungo il pendio a causa dello sbalzo delle temperature ed un camoscio è stato immortalato in difficoltà mentre tentava di risalire, con le zampe sottili intrappolate nella neve ammorbidita.
Non cessano gli appelli di Arpav e del Soccorso Alpino, che da settimane chiedono di “fare attenzione”, anche alla luce del carico di lavoro a cui è sottoposta la sanità pubblica.
E anche se secondo l’Arpav il pericolo valanghe spontanee ha raggiunto il suo apice durante il weekend appena trascorso, rimane alto il rischio di distaccamento non solo nella zona dolomitica ma anche nelle nostre Prealpi.
Dopo le eccezionali nevicate delle scorse settimane che hanno portato ad accumulati che in zone come il Pasubio superano significativamente i 3 metri, a complicare la situazione si sono sommate forti raffiche di vento dai quadranti di nord – ovest.
Come ben spiegato dagli esperti dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione Ambientale, l’abbassamento generale delle temperature (minime nella notte di -11/13 °C) ha favorito il consolidamento degli strati superficiali del manto nevoso e l’attività valanghiva spontanea è risultata meno intensa. Oltre il limite del bosco però, il vento ha formato accumuli di neve ventata che possono anche dar origine a distacchi spontanei lungo i canali e i versanti sottovento noti al fenomeno. Il pericolo di valanghe è in generale 3-marcato per la possibilità di valanghe spontanee in quota e di distacchi provocati di valanghe a lastroni già con debole sovraccarico.
La raccomandazione – sempre attenendosi ad Arpav – è quella di prestare la massima attenzione, evitando in particolare i pendii ripidi meridionali: la presenza anche diffusa di neve ventata, richiede, da parte di tutti gli escursionisti, una accurata scelta degli itinerari di salita e discesa per evitare e aggirare in sicurezza gli accumuli da vento. In generale, per i percorsi più impegnativi e complessi si consiglia di essere accompagnati da professionisti della montagna.
Emblematiche di questa situazione di pericolo le foto provenienti dal comprensorio del Novegno, dove sotto il Forte Rione è stato fotografato in presa diretta un significativo distaccamento che vi mostriamo in anteprima nella sequenza a seguire: nella prima immagine un camoscio in difficoltà nella risalita al pendio, nella seconda il versante interessato dal distaccamento.
Marco Zorzi