Estraneo a qualsiasi falsificazione.

Si è difeso così Sergio Berlato durante l’udienza che lo vede imputato a Roma  con Cristina Caretta, thienese, presidente dell’Associazione cacciatori veneti. Sono accusati di falso in scrittura privata e di indebito utilizzo dei dati personali.

Il procedimento si è incardinato a Roma, ed ha portato in aula oltre 40 presunte parti lese che si trovarono con una tessera del Pdl, senza sapere di essere iscritti al partito.

Un caso che fece scalpore nel 2012 perchè quella tessera di partito se la ritrovarono persino quattro carabinieri, che rischiarono di essere sospesi dall’Arma che vieta ai militari iscrizioni ad associazioni di partiti politici.

Si ritrovarono iscritti al Pdl a loro insaputa persino dei noti partigiani dell’Alto Vicentino e addirittura, l’allora deputato Pd Massimo Calearo.

Tessere di partito false anche a gente defunta: tutti iscritti all’Associazione cacciatori veneti. I carabinieri, nel corso delle indagini, contarono circa otto mila tessere, che finirono sotto la lente d’ingrandimento del pm Saverio Musolino, che nel mese di settembre scorso, fece notificare a Sergio Berlato e Cristina Caretta un decreto di citazione diretta a giudizio. ‘Avrò finalmente modo di dimostrare che sono del tutto estraneo’, dichiarò a caldo a Berlato. Estraneità ai fatti contestati dall’accusa ribadita in aula dal consigliere regionale più votato del Veneto e in corsa, proprio con Cristina Caretta, per le elezioni del prossimo 4 marzo.

L’udienza, intanto, è stata fissata per il prossimo 25 settembre.

Le reazioni degli animalisti

Massimo Vitturi responsabile Lav Area Animali Selvatici, attraverso un comunicato stampa commenta la candidatura alle politiche: ‘ Se le accuse della Procura di Roma dovessero trovare riscontro, significherebbe che i cacciatori Berlato e Caretta sono andati ben oltre l’immaginabile, sottraendo l’identità di ignare persone per perseguire i propri interessi personali. Per questo, appreso che i due sono candidati alle prossime elezioni politiche di marzo, all’interno delle liste di Fratelli d’Italia, chiediamo alla leader del partito, Giorgia Meloni, di non permetterne la candidatura.Ci appelliamo alla Meloni perché eviti di dare dignità politica a due persone che, oltre ad essere cacciatori, e quindi responsabili della morte violenta di migliaia di animali, potrebbero essersi macchiate di un grave delitto contro le persone’.

Natalia Bandiera

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