Ci sono persone che non sanno cosa significhi la parola vacanza, che hanno dedicato giornate intense agli animali, in particolare all’emergenza gatti, che quest’anno è stata veramente drammatica.
Si tratta dei volontari dell’Anpa, di cui fanno parte circa trenta persone dislocate su tutto l’Alto Vicentino.
I loro telefonini hanno squillato incessantemente e basta passare qualche ora con loro per capire la mole di lavoro che hanno affrontato anche nei giorni di caldo torrido.
E se qualcuno giudica un hobby lo slancio di chi si dedica al salvataggio dei ‘4 zampe’, non è affatto così.
Gattini gettati nei tombini e ritrovati con i polpastrelli consumati nel tentativo di salvarsi dall’acqua e dall’annegamento. Gatti abituati per decenni a vivere nelle colonie, che quando muore il padrone del terreno o viene venduta l’area, devono essere recuperati e portati in casa dei volontari, quindi educati alla vita domestica e poi affidati a famiglie selezionate con cura.
L’incivile abitudine di non sterilizzare per farli proliferare e magari uccidere i cuccioli rinchiudendoli in sacchetti per sbarazzarsi del problema.
Di questo e di molto altro si è dovuta occupare Laura Carnevale, storica presidente di Anpa, che non è stata un attimo ferma.
Abbiamo trascorso qualche ora con lei, trasportati sull’auto con l’adesivo dell’associazione, ormai dedita all’emergenza gatti. L’abbiamo seguita mentre tentava il recupero di gatti di una colonia di Sarcedo, il cui proprietario terriero, dovendo eseguire dei lavori di ristrutturazione, ha posto un aut aut di tempo per catturare i gatti.
Oltre venticinque quelli presi, portati nelle case dei volontari e molti sono stati affidati a delle famiglie pronte a ridare una vita ai pelosetti. “Dietro l’amore per gli animali, per chi decide di fare qualcosa di concreto per loro, c’è un lavoro indescrivibile – spiega Laura Carnevale, residente a Thiene – Spesso sto in giro intere giornate, girando i territorio dell’Alto Vicentino dove mi vengono segnalate situazioni di disagio familiare e di condizioni precarie di animali che vanno assolutamente salvati”.
Mentre la intervistiamo il suo telefono squilla e ascoltiamo in diretta una conversazione di una donna che ha ritrovato un gattino sul Lago di Garda. “Ecco, questo è un tipico esempio del lavoro che svolgiamo – racconta dopo aver chiuso la conversazione – Questa signora ha trovato il numero su internet e dopo aver provato a chiamare altre associazioni animaliste è arrivata a noi. Cosa faccio? Lascio il gattino in mezzo alla strada? Mi toccherà andarlo a prendere e portarlo a casa mia”.
L’abbiamo intervistata e osservata al lavoro nella colonia di Sarcedo, dove non è stata semplice la cattura dei gatti della colonia, abituati per anni a scorrazzare liberi tra la vegetazione: “Se li lasciamo qui, una volta iniziati i lavori, vanno incontro a morte sicura”.
Laura Carnevale, cosa la colpisce giornalmente della sua missione animalista?
La crudeltà dell’uomo, che spesso per liberarsi di un animale lo abbandona facendolo soffrire. Quando abbiamo recuperato quel gattino, aveva i cuscinetti delle zampette completamente consumati, chissà quanto ha tribolato tentando di arrampicarsi sulla parete del tombino per sfuggire all’acqua. Quando l’ho preso e portato a casa era stordito, terrorizzato, ci sono voluti giorni di cure e dedizione per fargli capire che era salvo e al sicuro. Non è solo questione di salvarli, ma anche dopo occorre un paziente lavoro con terapie comportamentistiche per educare il micio e non solo per rassicurarlo, ma per farlo abituare alle pareti di casa, alla convivenza con gli altri animali e alle così dette abitudini casalinghe. Solo dopo questa delicata fase l’animale è veramente pronto per l’adozione. Anche in questo caso, è compito dell’associazione valutare l’affidabilità di chi adotta il cane o il gatto, che deve essere all’altezza di averlo in casa propria.
L’emergenza covid, quanto ha cambiato il vostro lavoro?
Ci siamo ritrovati dinanzi a situazioni di precarietà economica, dove abbiamo dovuto convincere proprietari di cani e di gatti a non abbandonare i propri fedeli amici. Il convincimento è avvenuto dietro l’assicurazione da parte di Anpa di fornire sostegno economico e cibo in abbondanza per gli animali. Rimangono comunque situazioni vigili, che richiedono la nostra sorveglianza.
Come possiamo sostenere Anpa noi cittadini?
Servono volontari, servono sensibilità e amore, serve il supporto di veterinari e tanto cibo per sostenere famiglie che in questo momento di crisi economica devono essere aiutate nell’accudimento di cani e gatti. Occorre sterilizzare i gatti, non buttarli via come fossero oggetti. Se qualcuno si trova in stato di emergenza basta chiamarci. Ci siamo fatti in quattro e continueremo a farlo. Anche le istituzioni non devono girarsi dall’altra parte e dare per scontato il lavoro estenuante dei volontari. Il benessere degli animali è tutelato dalla legge e anche i sindaci, anziché considerarci dei rompi balle, devono aiutarci concretamente. I modi ci sono e qualcuno sa farlo dimostrando grande apertura al mondo animalista, ma occorre lavorare ancora di più. Anpa può contare sul sostengo legale di Andrea Zanoni, consigliere regionale e avvocato esperto nelle questioni animaliste.
Natalia Bandiera