I Carabinieri della Compagnia di Thiene hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti  di L.B. e C.G., entrambi 35enni di origini albanesi, abitanti a Thiene e Piovene Rocchette. In particolare, il primo, avvalendosi della collaborazione del suo connazionale e di altri due complici, R.R. e A.I. 45enni, di origini kosovare, abitanti nell’alto vicentino, avrebbe avviato una fiorente attività di spaccio di cocaina  tra i primi mesi del 2020 e la fine del mese di maggio 2022, periodo in cui lo stesso gestiva, con i propri cellulari, gli innumerevoli ordini dei “clienti”, contrattava prezzo e luogo d’incontro per poi inviare i suoi fedelissimi a consegnare le dosi e ad incassare il denaro.
I fatti
Le indagini dei Carabinieri prendono il via nel mese di febbraio dello scorso anno, quando una ragazza di Zugliano una sera ha chiesto aiuto e trovava riparo nella caserma di via Lavarone, dove raccontava ai Carabinieri di essere vittima di continue violenze da parte del compagno, il citato L.B., che aveva ospitato occasionalmente da alcune settimane a casa sua in cambio di cocaina.
Dopo aver raccolto i primi elementi, una pattuglia dell’aliquota radiomobile eseguiva una perquisizione d’iniziativa nell’abitazione della coppia, rinvenendo circa 13 grammi di cocaina, nascosta in lavanderia, divisa in 15 dosi già pronte per lo spaccio. Successivamente, a seguito degli accertamenti condotti in merito alle violenze e alle continue minacce di cui era vittima la
giovane donna, la stessa veniva affidata ad una struttura d’accoglienza del Centro antiviolenza, mentre l’ex compagno, denunciato alla Procura della Repubblica di Vicenza per i reati di stalking, lesioni personali e minacce aggravate, veniva allontanato dalla casa familiare su ordine urgente del giudice.
La violenza di genere da codice rosso  ha quindi permesso ai militari del Nucleo Operativo Radiomobile di avviare un’intensa attività d’indagine antidroga, durata oltre quattro mesi, che permetteva di ben delineare e individuare le auto in uso ai vari componenti del gruppo criminale, molto ben organizzato, che da tempo aveva preso il controllo dello spaccio di cocaina prevalentemente nella città di Thiene e Schio. Trentacinque i clienti “stanati” grazie al prolungato lavoro dei Carabinieri, fatto di numerosi pedinamenti e appostamenti in borghese, di giorno e di notte ma, la platea dei clienti era amplissima a conferma della notorietà, nel mondo dello spaccio, dei due arrestati.
Nel frattempo, le minuziose indagini avviate già nei primi mesi del 2021, oltre ai molteplici appostamenti in cui si acquisivano importanti riscontri in merito alle diverse cessioni di stupefacenti, portavano ad ottenere dall’autorità giudiziaria berica anche una prima perquisizione domiciliare nelle abitazioni dei quattro indagati, situate in Schio e Thiene, che permetteva di rinvenire e sequestrare altra cocaina, alcuni telefoni cellulari e diverse sim-card, tutte utilizzate per l’attività di spaccio. Da qui si procedeva con una precisa attività di analisi e di riscontro delle chiamate e dei messaggi registrati sui telefoni, che permetteva di individuare la esatta metodologia con la quale avveniva lo scambio di droga. Dagli accertamenti emergeva che gli stessi usavano la chat di Whatshapp, con nomi in codice per la droga, come per esempio “birra”, per definire le dosi di cocaina, oltre che per fornire indicazioni precise agli acquirenti circa le modalità di incontro per la successiva consegna. L’acquisizione di puntuali riscontri e l’audizione di alcune decine di “clienti”, ha permesso poi di acclarare che L.B., a capo del quartetto, nonostante la perquisizione e i sequestri a cui era stato sottoposto, ha continuato indisturbato a spacciare anche nei mesi
successivi. Infatti, a riprova della sua attività di spaccio mai interrotta, verso la fine del mese di maggio 2022, una pattuglia dei Carabinieri di Piovene Rocchette, fermava L.B. a bordo della propria auto, all’interno della quale, a seguito di una perquisizione eseguita d’iniziativa, rinveniva oltre sei grammi di cocaina, già divisa in dosi e pronte anche queste per lo spaccio.
Tutte le risultanze acquisite nel lungo periodo delle indagini, hanno quindi permesso ai Carabinieri di Thiene di redigere una dettagliata informativa nella quale sono confluiti tutti gli elementi investigativi inviati alla Procura della Repubblica di Vicenza. Il costante e certosino lavoro ha quindi permesso al magistrato, che ha coordinato le indagini, di richiedere al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei due indagati ed il rinvio a giudizio degli altri due.
L’operazione 
La mattina di sabato 10 dicembre il blitz: dieci militari della Compagnia di Thiene e della Stazione di Piovene Rocchette, si sono presentati nelle abitazioni di L.B. e C.G. dove gli hanno notificato i rispettivi provvedimenti cautelari in carcere. Nella circostanza i militari, avendo il sospetto che lo stesso il capo L.B non avesse perso il “vizio” e potesse ancora detenere droga, grazie alla preziosa collaborazione dei colleghi del Nucleo Cinofili di Torreglia, che hanno fornito il valido supporto, con il grande fiuto del cane antidroga “Zico”, hanno eseguito una nuova perquisizione domiciliare a carico di L.B., rinvenendo altri 100 grammi di cocaina ancora confezionata, 40 grammi di sostanza da taglio, un bilancino di precisione, utilizzato per confezionare le dosi e circa novemila euro in contanti, ritenuto provento dello spaccio. Questi nuovi elementi si riveleranno utili come ulteriori e positivi riscontri alle indagini già svolte.
Le accuse per i responsabili, già noti ai Carabinieri thienesi per i loro precedenti di polizia specifici sono di: detenzione ai fini di spaccio continuato e in concorso di oltre mezzo chilo di cocaina per
un ricavo patrimoniale complessivo di oltre cinquantamila euro; mentre tutti i clienti, identificati durante la lunga indagine, sono stati segnalati alla Prefettura quali assuntori di stupefacenti.

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