Il tonfo e il parabrezza dell’auto crepato dal sasso lanciato da un cavalcavia sull’A31, vicino al casello di Dueville. Lo choc per una coppia thienese, che viaggiava coi tre figli piccoli in auto. E ancora, quei fermi immagine. Una manciata di secondi indelebili nelle mente di mamma Danka. “Sul ponte c’erano 6 ragazzini, sui 13 anni, che guardavano le auto”. Il braccio di uno che si alza, teso, lanciando il sasso. Centrando il vetro dell’auto. “Mi sono fermata subito e loro sono scappati via con le bici. Ma perché fanno così?”

Torna l’incubo dei sassi tirati dai cavalcavia. Quello accaduto a questa famiglia di Thiene, per fortuna, non ha avuto conseguenze gravi. Restano comunque i danni all’auto. Resta un fatto increscioso che, pagine di cronaca insegnano, poteva portare ad una tragedia.

Sul fatto, accaduto attorno alle 18.30 di ieri, al cavalcavia 43 nella tratta tra Vicenza-Thiene della Valdastico stanno indagando i carabinieri di Thiene. A loro la coppia si è rivolta, mettendo nero su bianco quanto avevano vissuto.  Intanto diverse le testimonianze che fioccano sui social, dopo l’allarme lanciato sul gruppo ‘sei di thiene se’ dalla 31enne Danka Pojetar . Lo status  che ha pubblicato ha colpito e smosso la comunità. Tra i commenti anche quelli di chi si trovava in zona, nel frangente in cui il sasso colpiva il suo parabrezza. Notando il gruppetto di ragazzini e, a quanto pare, identificandone anche un paio.  Minorenni che abiterebbero nella zona tra Povolaro e Dueville. Dopo avere scaricato i sassi dal cavalcavia sono fuggiti sulla strada provinciale 112, inforcando le loro bici. Prendendo di mira altre auto in corsa. Questa volta lungo le strade interne di Dueville e anche in via Roma. Lanciando sassi, a mo’ di gragnola contro vetri e carrozzerie.

“Stavamo rientrando da Vicenza- spiega Danka- quando ho sentito questo tonfo sull’auto. Guidavo io e mi sono fermata sulla corsia d’emergenza. Sono scesa ed ho visto questi ragazzini sul cavalcavia 43”. Il sangue freddo di questa mamma ha evitato il peggio. Di fronte allo spavento ha saputo reagire. “Ho chiamato subito il 113, raccontando quanto era successo e poi mi sono spostata sul parcheggio Pasubio dove la Stradale mi avrebbe raggiunto”. I minuti passano e i piccoli a bordo, due di 3 anni e la più piccolina di 1 anno, cominciano a piangere. “Abbiamo deciso di andare a casa e, una volta usciti al casello di Thiene, la Stradale ci ha richiamati, dicendo che erano passati sotto al cavalcavia, ma dei ragazzini non c’era più traccia. Quindi, raccogliendo l’invito dei poliziotti, siamo andati dai carabinieri”.

Danka e il marito sperano che questi ragazzini, a quanto pare minorenni, vengano rintracciati. Ma non tanto per i danni alla loro auto, ma “perché si rendano conto di quello che hanno fatto- conclude- A noi è andata bene”. Ma di fronte allo spavento, tanti i modi in cui si può reagire. Danka ha mantenuto il controllo dell’auto, non ha sbandato, non ha tamponato un’altra auto. Ma poteva accadere.

Paola Viero

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