L’emergenza Coronavirus ha fatto registrare in Veneto numeri elevati soprattutto tra le denunce di infortunio: da gennaio 2020 a maggio 2021, sono state 18.540.
Un numero che preoccupa gli studiosi del Vega Engineering che hanno realizzato il report dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro e che pone il Veneto sul podio nazionale per numero di denunce di infortunio sul lavoro legate al Covid-19, dopo Lombardia e Piemonte.
Il numero delle vittime di incidenti sul lavoro è diminuito, ma la sicurezza rimane un punto da focalizzare costantemente perchè purtroppo, nel 2021, si continua a morire. Si è tenuto a Palazzo Grandi Stazioni, il Tavolo regionale per la salute e sicurezza sul lavoro, convocato dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia per fare il punto sui risultati raggiunti dal “Piano strategico 2018-2020 per il consolidamento e il miglioramento delle attività a tutela della salute e della sicurezza dei Lavoratori”, a distanza di 3 anni dalla sua approvazione.
Il Piano Strategico è stato varato dalla Giunta Regionale nel luglio del 2018 per contrastare l’incremento assoluto di infortuni sul lavoro con esito mortale registrato nel primo semestre del medesimo anno.
Frutto dell’impegno congiunto di Pubblica Amministrazione e Parti Sociali, il Piano rappresenta uno strumento rafforzativo delle attività a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori effettuate da tutti i soggetti firmatari: Regione, Ispettorato interregionale del lavoro, Inail, Vigili del Fuoco, Ance, Anci e Upi, sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil), associazioni datoriali (Casartigiani, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato Imprese, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Confimi Industria, Confprofessioni) e centrali della cooperazione (Confcooperative e Legacoop).
La riunione è stata l’occasione per illustrare nel dettaglio i risultati ottenuti dalle attività previste nelle 8 aree di intervento del Piano Strategico (risorse umane; controlli sulle imprese; conoscenza dei fenomeni; omogeneità, qualità ed efficacia degli interventi; formazione; semplificazione; collaborazioni; comunicazione) e il loro impatto significativo sul numero di infortuni sul lavoro con esito mortale registrati a livello regionale. I risultati sono stati presentati dalla Dottoressa Francesca Russo, direttore della Direzione Prevenzione, Sicurezza alimentare, Veterinaria e dal Dottor Michele Mongillo, U.O. Prevenzione e sanità pubblica.
“L’incontro odierno si rivela particolarmente significativo perché arriva dopo 15 mesi in cui ci siamo necessariamente dovuti confrontare con la pandemia – ha sottolineato l’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin – è innegabile che il 2020 sia stato infatti un anno particolare. Tuttavia vorrei sottolineare che non ci siamo mai fermati e che, nonostante l’emergenza, abbiamo continuato sulla scia del Piano strategico adottato nel maggio 2018, che prevedeva un potenziamento degli Spisal ed un potenziamento delle assunzioni. Azienda Zero ha infatti bandito concorsi per 106 posti di tecnici della prevenzione e per 43 medici del lavoro, a conferma che l’obiettivo dell’incremento della dotazione dell’organico è stato raggiunto”.
Pur non essendo possibile effettuare una valutazione dell’efficacia delle attività di prevenzione basata solo sul conteggio degli infortuni mortali, a seguito dell’approvazione del Piano Strategico si è registrata una significativa riduzione del fenomeno nel medio periodo, che permette di parlare di un trend in progressiva diminuzione. Dal 2015, anno in cui si sono registrati 52 infortuni mortali, la tendenza è stata quella di un progressivo ma costante calo, fino al dato relativo al primo semestre 2021 di 8 infortuni mortali (dato aggiornato al 24 giugno).
Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato oltre ai rappresentati dei soggetti firmatari del Piano, anche il Dott. Luciano Flor, direttore generale della sanità regionale, sono state ricordate anche le attività, di pari importanza rispetto alle attività integrative previste dal Piano Strategico, garantite normalmente dalla Regione, tra cui il reinvestimento in attività di prevenzione, nel pieno rispetto della normativa nazionale e regionale, dei fondi provenienti dagli introiti delle sanzioni per la violazione della normativa anti-infortunistica (più di 15,6 milioni di euro stanziati a partire dal 2017), nonché il finanziamento di specifici programmi a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori previsti dal Piano Regionale della Prevenzione 2014-2019, recentemente concluso (più di 4,8 milioni di euro) e che proseguirà con i programmi del nuovo Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025. Tali somme stanziate dalla Regione sono servite, tra le varie finalità, a sostenere specifiche iniziative di prevenzione varate nei singoli ambiti territoriali, coordinati dai rispettivi Servizi SPISAL, con la collaborazione delle articolazioni territoriali di Enti e Soggetti sopra citati.
“A conferma di un impegno costante e continuo – ha inoltre precisato l’assessore Lanzarin – vorrei sottolineare che la Regione Veneto ha coordinato il lavoro del tavolo legato ai vari provvedimenti per la riapertura delle attività produttive e ricreative, attività che sono state effettuate nella stagione delle riaperture 2020-2021, e ha garantito un monitoraggio costante delle attività delle linee guida via via emanate. La Regione quindi si pone ora due obiettivi fondamentali, confermando come la prevenzione abbia un ruolo strategico e come gli standard del personale e per il Dipartimento di Prevenzione servano a mettere in campo adeguati strumenti di programmazione. Il primo obiettivo, concluso il piano strategico 2018-2020, è quello di rinnovare l’impegno nel dare seguito alle azioni che restano da avviare o da concludere, in collaborazione con tutti i soggetti firmatari dell’accordo del 2018. Il secondo obiettivo è quello di strutturare tali azioni non più in un piano straordinario, ma all’interno del principale documento di programmazione regionale, rappresentato dal Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025, per il quale entro il 31 agosto la Regione dovrà mandare la propria proposta al Ministero, declinando così il piano nazionale nel contesto territoriale veneto. Sono infine convinta che il confronto, il dialogo e lo scambio, esattamente come è stato fatto sinora, siano le modalità migliori e più corrette affinché regione e mondo del lavoro possano arrivare a consolidare e migliorare le attività a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”.