Aveva minacciato con un grosso coltello due passanti in pieno centro a Zanè, riuscendo a farsi consegnare da uno di loro, un disoccupato, una banconota da 50 euro. A qualche mese dal fatto di cronaca, un 30enne di Zanè, già noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi da tossicodipendente, è stato identificato e denunciato e ora si trova in una comunità di recupero del centro Italia.

I fatti

Lo scorso 25 gennaio l’uomo aveva prima tentato e poco dopo era riuscito a metterla a segno, una rapina ai danni di due passanti che, nella pausa pranzo, si trovavano nel pieno centro di Zanè. A distanza di pochi giorni, i carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Thiene, sono riusciti ad individuare e a denunciare alla Procura della Repubblica di Vicenza, l’autore dei colpi, un 30enne italiano, del luogo, già noto.

Il giovane, con il volto coperto da una sciarpa, occhiali da sole e cappuccio di una felpa sul capo, intorno alle 13.20 aveva avvicinato un libero professionista della provincia di Varese, in zona per lavoro e in quel momento tranquillamente in pausa nel parco pubblico di Zanè, puntandogli un grosso coltello e minacciandolo di consegnargli il portafoglio. Lo spavento e gli attimi di terrore, comunque, non hanno impedito al 45enne varesotto di trovare il coraggio di fuggire immediatamente allontanandosi dal pericolo ed evitare il peggio. Il rapinatore solitario, a quel punto, si era allontanato a piedi. Dopo pochi minuti però è ricomparso, a poche centinaia di metri e, questa volta in via Mazzini, ha avvicinato un residente, purtroppo disoccupato, che stava salendo a bordo della propria auto lì parcheggiata. Qui, sempre sotto la minaccia del grosso coltello, riusciva a farsi consegnare una banconota da 50 euro per poi scappare a piedi di nuovo facendo perdere le proprie tracce.

L’immediata allerta al 112 da parte degli sventurati ed il tempestivo arrivo sul posto dei militari thienesi, già impegnati h24 nei servizi perlustrativi e preventivi contro i reati predatori, permettevano di raccogliere a caldo tutti i dettagli delle vicende consumate a pochi minuti di distanza, che sono risultati molto utili agli inquirenti. A questo punto, le immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza di alcuni esercizi pubblici presenti in zona, oltre alle testimonianze, hanno garantito supporto alla tempestiva attività investigativa. Una volta raccolti gli elementi e tutti gli indizi sul presunto sospettato, responsabile delle due rapine, una perquisizione domiciliare delegata dal magistrato Alessandra Block di Vicenza che ha coordinato le indagini ha permesso di ritrovare gli abiti e l’arma bianca utilizzata duranti i colpi.

Le modalità con cui erano stati messi a segno i due episodi, il gesto disperato e l’intuizione degli investigatori rafforzata dall’ottima conoscenza del territorio, aveva portato subito a sospettare del giovane, che attualmente si trova in una comunità di recupero del centro Italia.

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