Ha voluto ringraziarlo a mezzo stampa per un’operazione antidroga, che ha ‘stroncato le gambe’ ad uno spacciatore, che utilizzava la piazza di via IV Novembre di Zugliano per vendere cocaina ed eroina a giovanissimi consumatori, che potrebbero essere i figli di ognuno di noi. Da quanto emerge dalle indagini del blitz che sabato, ha portato ai domiciliari un 43enne, colto in flagranza di reato mentre stava vendendo la sua dose al cliente occasionale, i numeri del consumo di stupefacenti nell’Alto Vicentino sono importanti e drammatici.
I consumatori di eroina e cocaina sono spesso adolescenti ed appartengono a ceti sociali di ogni tipo. Non coincidono sempre con il disagio e l’età a cui si avvicinano i nostri ragazzi al mondo della droga si abbassa sempre di più. E’ stato proprio seguendo questi giovani assuntori, a volte dai tratti ancora fanciulleschi, che gli agenti della Polizia Locale Nord Est Vicentino sono arrivati a Rachid Bary, 43enne di Zugliano, che sabato, ha rischiato di morire per infarto per aver ingerito un involucro di cocaina pur di sfuggire all’arresto. Addosso e nella sua abitazione, oltre due mila euro in contanti , che fanno capire quanto florida fosse la sua attività quotidiana di spacciatore. La droga, secondo quanto emerge, veniva ordinata al telefono e portata a qualsiasi destinazione. La via IV Novembre era il punto di riferimento per la clientela zuglianese che in Bary aveva un vero e proprio punto di riferimento per coca ed eroina da acquistare a tutte le ore. Gli agenti oltre alla droga e ai contanti ritenuti il proventi di spaccio, hanno sequestrato un cellulare ‘bollente’. Un telefonino che non faceva che squillare e che rappresenta lo spunto per proseguire con le indagini. E’ chiaro, infatti, che Bary sia un ‘pesce piccolo’ e che c’è da capire dove lui ritirasse la droga da vendere poi al minuto e di che organizzazione farebbe parte il 43enne, che al momento, potrebbe essere solo l’anello di una catena di pusher, sulla quale vuole puntare il faro la Polizia Locale Alto Vicentino.
L’importanza dell’arresto di ieri, probabilmente sfugge ai non addetti ai lavori, che non sanno che tipo di lavoro c’è dietro quello che alla gente comune appare come un piccolo arresto. Invece, cogliere in flagranza di spaccio non è facile, specie oggi giorno. I pusher sono diventati molto furbi e guardinghi, portano sempre addosso modiche quantità di droga affinchè possano giustificarsi con la detenzione, che è consentita dalla legge per l’uso personale. E allora, se gli investigatori li vogliono consegnare alla giustizia e far emettere dei provvedimenti restrittivi alla magistratura, devono beccarli in flagranza del reato di cessione della vendita e occorre tanta pazienza per farlo. A volte occorrono ore e ore di pedinamenti, appostamenti. Gli agenti spesso devono utilizzare abiti civili per mimetizzarsi tra la gente, filmarli e seguirli senza farsi scoprire prima di poter entrare in azione. Ecco perchè quando non vediamo le ‘nostre’ forze dell’ordine sulla strada con la plaetta in mano non dobbiamo pensare erroneamente che non ci siano. Spesso, ci sono e stanno svolgendo un lavoro paziente e delicato che sfugge all’occhio di noi cittadini che ignoriamo quello che c’è dietro un arresto. Un arresto che non deve portare solo alla restrizione dell’indagato, ma che lo deve portare ad una condanna esemplare affinchè la smetta di attentare, nel caso degli spacciatori, alla vita dei nostri giovani. Ragazzi che si avvicinano al mondo della droga per provare, per emulare, ma che troppe volte finiscono in un inferno, che porta a delinquere anche loro quando subentra la dipendenza e in preda all’astinenza, sono capaci di fare di tutto. Pur di poter acquistare la dose quotidiana.
Ecco cosa ha scritto il sindaco di Zugliano al comandante della Polizia Locale Giovanni Scarpellini
Davvero grazie Comandante,