Un ristorante di Marano Vicentino a fare da copertura ad un raggiro da 200 mila euro, nel quale sono cascate oltre 40 aziende. Una truffa scoperta dopo mesi di indagini da parte dei Nas di Padova.

A dare il via alle indagini le chiacchiere che giravano attorno a ‘Il Veliero’, locale aperto a Marano Vicentino nei primi mesi del 2017.
Sulla carta la specialità del pesce, ma nella realtà dei ‘buchi’ lasciati a quarantadue aziende per l’acquisto di arredamenti, apparecchiatura ed elettrodomestici.

Da Vicenza a Verona, da Rovigo a Venezia. Queste le province in cui la banda composta da 8 persone, cinque italiani e tre albanesi, operava contattando le aziende per  acquistare fornelli, forni, frigoriferi e bancone. Il tutto un valore  oltre i 200 mila euro, mai pagato.
Beni che una volta ricevuti non venivano meno sballati dal cellophane, ma  immediatamente rivenduti al mercato nero.

Alle fatture presentate venivano staccati degli assegni, che risultavano poi scoperti. Sui sei conti correnti aperti, in altrettante banche dell’alto vicentino, i fondi erano pressoché inesistenti, raggiungendo un credito che non andava oltre le centinaia di euro.

A poco serviva alle aziende andare bussare alle porte del ristorante, per chiedere ragione dell’insoluto ed ottenere quanto pattuito. Con modi intimidatori, che ora la dicono lunga sulla gavetta della banda, veniva loro risposto di “lasciare perdere”,  che quei soldi se li potevano scordare.

Indagini
Un giro di acquisti anomalo che non era sfuggito ai militari del Nas che, nell’agosto dello scorso anno, fanno partire gli accertamenti, ricostruendo il modus operandi dei malviventi. Lo scopo dell’organizzazione era racimolare in breve tempo i soldi dalla vendita ‘in nero’ delle attrezzature e poi tagliare la corda.  Infatti, a settembre del 2017, il ristorante chiude i battenti, lasciando conti da pagare e nessun recapito.
Un lavoro di investigazione che ha portato a denunciare alla Procura di Vicenza  i componenti della banda, in capo ai quali il gip, Fietta prima e La Placa successivamente, ha emesso un decreto di perquisizione,  riconoscendoli responsabili dei reati di associazione a delinquere pluriaggravata, truffa aggravata e continuata, furto aggravato, insolvenza fraudolenta, appropriazione indebita e ricettazione.

Di questi otto, quattro erano altresì destinatari di misure cautelari, in particolare: ai domiciliari un albanese di 35 anni di  Schio, pregiudicato per reati contro il patrimonio e la persona; un italiano di 30 di Zugliano con l’obbligo di presentazione quotidiana dai carabinieri di Thiene; un 27enne italiano, pregiudicato per reati contro il patrimonio,di Valdagno l’obbligo di residenza nel territorio comunale e un italiano 37enne di Vicenza con  l’obbligo di presentazione quotidiana alla stazione dei carabinieri di Vicenza;

Appello degli investigatori
Vista l’ampia rete con la quale il gruppo agiva, gli investigatori del Nas di Padova fanno appello ad altre aziende che, fino ad agosto dello scorso anno abbiamo avuto dei contatti col ristorante di Marano, o con persone riconducibili. Aziende che possano essere delle vittime della banda, che si facciano avanti per  presentare ulteriori denunce.

P.V.

 

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