Terziario in caduta libera. Il sistema imprenditoriale di questo settore comprende sempre meno imprese in Veneto. Sono meno sul nostro territorio, ma con più filiali, anche in province diverse. Il quadro emerge dal report sulla “demografia d’impresa” stilato da Confcommercio Veneto con Unioncamere.
Meno 1.9 per cento nel 2025 sul 2024. Di tanto cala il numero delle sedi d’impresa nel terziario di mercato. 2.391 in meno su un totale di 126.513 attività, un terzo del totale regionale, in tutti i settori. La filiera del commercio – ingrosso, logistica, dettaglio – è interessata da un evidente fenomeno di calo demografico commerciale. Serrande abbassate, negozi chiusi. La quantità reale di punti vendita sul territorio diminuisce ogni giorno di più. La desertificazione commerciale interessa l’ingrosso di alimentari e bevande, abbigliamento e calzature, ambulanti e ristorazione. Viceversa crescono alloggio, immobiliare, trasporto tramite noleggio, software e consulenza informatica.
Secondo Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto, “sta alle imprese capire come cogliere le evoluzioni e adattarsi ad esse, per governarle con i necessari cambiamenti, investendo sull’innovazione e la transizione digitale. Preoccupa la diminuzione continua dei negozi, soprattutto quelli di vicinato”. Il risparmio eroso dall’aumento dei prezzi incide sulle scelte fatte dai consumatori: dove si compra diventa oggetto di riflessione. “Sono cambiate anche le abitudini e gli stili di vita, che finora hanno privilegiato l’acquisto di servizi rispetto ai beni di consumo”, commenta Antonio Santocono, presidente di Unioncamere Veneto.
