“Il rincaro dell’energia elettrica darà una stangata enorme alle imprese agricole vicentine, con rincari di oltre 1800 euro l’anno. E’ una situazione insostenibile per cittadini e aziende”.
E’ il commento di Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Vicenza, all’annuncio dell’aumento esorbitante del costo dell’energia elettrica.
“Una stangata non indifferente, che si ripercuoterà, come sempre, su imprese e cittadini. Per effetto dell’aumento delle tariffe, infatti, la spesa annuale per luce e gas potrebbe lievitare fino a 1820 euro, con un impatto sui conti delle famiglie, ma anche sui costi delle imprese rendendo più onerosa la produzione in un momento difficile per il Paese”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, commenta l’allarme lanciato dal Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani sui rincari sulle bollette delle famiglie, che potrebbero arrivano a 500 euro su base annua.
Con l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio, ai rincari dei costi di produzione si aggiungono quelli del trasporto in un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su strada con l’aumento dei prezzi dei carburanti che ha un effetto valanga sulla spesa. A subire gli effetti del caro prezzi è l’intero sistema agroalimentare, dove i costi della logistica arrivano ad incidere fino dal 30 al 35% su prodotti freschi per frutta e verdura secondo una analisi della Coldiretti su dati Ismea.
“Su questo scenario pesa il deficit logistico del nostro territorio – sottolinea Cerantola – per la carenza o la totale assenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro oltre 13 miliardi di euro, con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea”. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 €/km, più alto di nazioni come la Francia (1.08 €/km) e la Germania (1.04 €/ km), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 €/km, in Romania 0.64 €/km; in Lituania 0,65 €/km, in Polonia 0.70 €/km secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga (www.divulgastudi.it).
Si tratta di un aggravio per gli operatori economici superiore dell’11% rispetto alla media europea ed ostacola lo sviluppo del potenziale economico del Paese, in particolare per i settori per i quali il sistema della logistica risulta cruciale, come nel caso del sistema agroalimentare nazionale, punta di eccellenza dell’export Made in Italy. “In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) finanziato con il Recovery Fund – conclude Cerantola – può essere determinante per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”.