Vecchia e cara Pubblica Amministrazione! E non è un eufemismo, ma il reale quadro che viene fuori dall’ultimo rapporto della Ragioneria dello Stato sui costi della Pubblica Amministrazione.
Ogni italiano paga oltre duemila euro l’anno per gli stipendi dei dipendenti pubblici, ma a cotanto costo, spesso non corrisponde anche un buon servizio. Se a tutto questo aggiungiamo che la media d’età dei dipendenti pubblici e di 50 anni che in Italia vi sono 488mila dipendenti pubblici con più di 60 anni, capiamo come la macchina degli statali non solo è cara, ma è anche vecchia e blindata al cambio generazionale.
Nelle pagine del “Messaggero” che ha pubblicato il Rapporto del Tesoro, leggiamo che tra tutte le voci di spesa i lavoratori pubblici che più di altri gravano sulle tasche degli italiani sono quelli impiegati nella scuola, 654 euro pro capite, seguono la sanità con 515 euro a testa e le Regioni per circa 265 euro.
Continuando a scendere la classifica, dopo i primi tre posti troviamo la spesa sostenuta per la Polizia di Stato con poco più di 84 euro, i ministeri con i loro 83 euro, circa 82 euro per le Università e una tripletta di forze dell’ordine: carabinieri (77,35), esercito (61,92), Guardia di finanza (43,38). Le agenzie fiscali pesano per 34,26 euro a testa, i vigili del fuoco per 21,64, la magistratura per 29,55. Poi troviamo situazioni strane da decifrare e che fanno riflettere: la Regione siciliana da sola, costa a tutti gli italiani circa 14 euro quasi quanto la Marina militare che esattamente costa 14,66 euro annui.
Staccate di molto da queste cifre la Tesoreria rende noto che gli enti di ricerca ci costano 16,52 euro a testa, la Provincia autonomia di Trento 9,47, quella di Bolzano 8,10, la Presidenza del Consiglio dei ministri 2,86. Poi ci sono costi come le autorità indipendenti (4,11), la carriera diplomatica (2,40), la carriera prefettizia (2,06), l’Enac (1,06).
Questa situazione potrebbe cambiare solo se la Riforma Madia, da poco varata, riuscirà davvero a contenere gli sprechi nella Pubblica Amministrazione e a garantire lo sblocco del turn over per fare in modo che il cambio generazionale porti con sé anche un’accelerazione nella prestazione dei servizi, attraverso l’applicazione sistemi tecnologici sempre più rapidi.
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