In uno scenario economico in continua evoluzione, il distretto pedemontano Altovicentino rappresenta un teatro di antiche tradizioni industriali – spesso con caratteristiche di eccellenza e una diffusa propensione all’innovazione – che si ritrova oggi a dover fare i conti con una sensibile difficoltà a reperire personale tecnico. Il previsto calo demografico ed il turn-over generazionale, inoltre, impongono di aumentare al più presto la platea di chi può lavorare in azienda, e l’emergenza diventa ancor più seria se si considera che l’intero bacino dei giovani che oggi studiano nella filiera meccatronica (CFP, IPSIA, ITIS, ITS e Ingegneria) non è numericamente sufficiente a soddisfare, in prospettiva, le esigenze del sistema.

Partendo da queste considerazioni e dall’analisi di un modello di successo di collaborazione strutturata e duratura tra scuola, enti di formazione ed aziende già avviato nella Motor Valley in Emilia Romagna, l’Amministrazione Comunale di Schio ha promosso dallo scorso febbraio la costituzione di una cabina di regia con l’ambizioso obiettivo di dar vita a un nuovo organismo professionalizzante cucito su misura sulle esigenze di base e concrete delle imprese del territorio Altovicentino.

La risposta non si è fatta attendere, e nell’ottica di unire le forze per garantire prospero futuro ad un ecosistema capace di attrarre talenti e investimenti si sono seduti al tavolo il Distretto della Scienza e Tecnologia, i raggruppamenti locali delle associazioni di categoria manifatturiere (Apindustria Confimi, CNA, Confartigianato e Confindustria), gli istituti tecnici e professionali del territorio (CFP Salesiani Schio, ITIS “De Pretto”, IPSIA “Garbin”, ITS Academy Meccatronico Veneto), l’Accademia Olimpica e numerose aziende private.

Obiettivo primario dell’entourage è stato condividere le valutazioni del caso per definire l’interesse e l’opportunità di arrivare alla creazione del nuovo organismo. Il consenso unanime ha portato a definire il perimetro inziale di progetto, identificato in una collaborazione strutturata e snella tra pubblico e privato capace di erogare corsi professionalizzanti brevi (della durata indicativa massima di 6 mesi) destinati a inoccupati e disoccupati, giovani e adulti, con particolare attenzione alle donne, provenienti da percorsi di formazione non tecnica, o che hanno perso il lavoro, che vogliano inserirsi rapidamente in ambito industriale.

Lo svolgimento dei corsi avverrebbe in alternanza scuola lavoro, con lezioni teoriche in orario serale e stage diurni presso le aziende; le docenze sarebbero affidate a docenti di scuola e maestranze messe a disposizione dalle aziende stesse, con formazione specifica ed accompagnamento di staff per la realizzazione dei corsi. Quanto alle location delle lezioni, in fase inziale di sperimentazione si partirebbe con aule e laboratori messi a disposizione dalle scuole aderenti e nel Faber Box, ma di fronte al successo dell’iniziativa l’obiettivo identificato sarebbe destinare al progetto i locali dell’ex Asilo Rossi, vista anche la dichiarata disponibilità di alcuni privati a supportare in parte le spese necessarie al definitivo recupero.

Mentre sono ancora in corso di definizione il nome e l’assetto giuridico della nuova entità nascente, il prossimo passo, fondamentale per la prosecuzione del progetto, consiste nel coinvolgimento attivo di tutte le imprese che vorranno partecipare per raccogliere osservazioni, disponibilità a collaborare ed esigenze concrete, nonché per la definizione delle specializzazioni maggiormente richieste. A questo scopo è stato diffuso in questi giorni un questionario online destinato alle aziende con sede operativa nei 36 comuni dell’Altovicentino (disponibile fino al 31 maggio 2024 al link https://bit.ly/altovicentino). I dati raccolti verranno messi a disposizione del Comitato Scientifico in costituzione, per porre le basi dell’offerta formativa sperimentale.

«Ci stiamo impegnando a mettere le basi per un progetto molto innovativo ed ambizioso ma nel contempo molto concreto – è il commento congiunto dei componenti della cabina di regia – che potrebbe sovvertire la tendenza un po’ individualista tipica delle singole imprese del nostro territorio a cercare di risolversi in casa da soli anche i problemi comuni e non strategici. Siamo certi che in questo caso lavorare insieme possa creare efficienza e valore, dando un aiuto fattivo alle nostre aziende ed a tutti coloro che con motivazione desiderano una qualificazione o ri-qualificazione professionale».

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