E’ spaccatura netta tra sindacati e Confindustria e quel che emerge dalla riunione annuale di Confindustria Vicenza, sul cui palco sono volate pesanti accuse tra Carlo Bonomi e Maurizio Landini, è una divisione netta sul modo di pensare il ruolo degli industriali, accusati indirettamente dal segretario generale della Cigl di pagare poche tasse. Accusa che ha scatenato le ire del presidente degli industriali, che ha rilanciato definendo i sindacalisti “seguaci dei regimi autoritari” per la richiesta di Landini di imporre un salario minimo. Un tuffo indietro nel tempo, cavallo tra gli anni ’70 e ’80, quando i dibattiti tra rappresentanti dei lavoratori e delle industrie erano all’ordine del giorno. Diatribe che, complici crisi e covid stanno tornando e che oggi, a Schio, hanno avuto il culmine in uno scontro diretto tra i due maggiori esponenti delle due categorie.
Ad accendere la miccia una dichiarazione di Landini che ha sbalordito la platea: “Il 95% delle tasse è pagato da lavoratori dipendenti e pensionati”. Una frase ad effetto, pronunciata dal leader dei sindacalisti che in primo momento aveva lasciato intendere che ci sarebbe stato margine di collaborazione tra sindacati e industriali, con l’obiettivo comune di riorganizzare il tessuto sociale partendo da grandi riforme nell’ambito dei contratti di lavoro, della Sanità pubblica, della politica e dell’organizzazione lavorativa, alla detassazione dei contratti aziendali. “Bisogna combattere la precarietà del lavoro e restituire dignità agli impieghi – ha detto il segretario generale di Cigl con il tono acceso che lo contraddistingue – Ogni lavoratore deve essere autonomo e poter vivere dignitosamente con il suo reddito, oggi i salari sono troppo bassi e deve essere alzato il minimo. Al centro vanno messe le persone. Investire non significa solo creare lavoro ma anche istituire un nuovo modello sociale. La scuola deve essere obbligatoria fino a 18 anni e all’interno dell’orario di lavoro devono essere previste ore per la formazione e la qualificazione dei dipendenti”. Ma se da un lato Landini ha riconosciuto che a seguito dell’emergenza covid le aziende hanno investito molto sulla sicurezza nei posti di lavoro, dall’altro ha rilevato la necessità di alzare il minimo del salario nel settore privato”.
A conclusione dell’intervento di Landini, che ha posizionato gli interlocutori su un terreno minato, è arrivata la risposta di Carlo Bonomi, che non le ha mandate a dire e ha accusato il sindacalista di rappresentare chi sostiene una politica di regime autoritario. “Se lo Stato vuole alzare gli stipendi alzi quelli dei suoi dipendenti, di tutti, non solo quello del presidente dell’Inps – ha dichiarato Bonomi, dopo aver esordito rivendicando le tasse pagate dalle industrie – Le industrie pagano le tasse e ne pagano tante e per quanto riguarda Confindustria, chi non paga le tasse è fuori”. Bonomi ha quindi attaccato il governo nazionale, rigettando in toto il sistema assistenzialista del governo Pd-5 Stelle e rivendicando quello che serve alle aziende per far crescere il contesto sociale.
“Quando serve bisogna alzare la voce e dire la verità – ha sottolineato con enfasi – Quando le misure del governo sono sbagliate bisogna criticarle con forza – ha continuato elencando provvedimenti di Roma – Plastic tax, sugar tax, reddito di cittadinanza, bonus. Sono tutti provvedimenti che hanno avuto ricadute pesanti e negative, che sono stati elaborati senza progettualità e senza analisi delle ricadute sul sistema e delle priorità. Le imprese hanno dovuto anticipare la cassa integrazione ai dipendenti e molti devono ancora riceverla dallo Stato. Non servono altre commissioni o Stati Generali, servono discussioni e decisioni”. E parlando di opportunità di sviluppo Bonomi ha concluso: “Quando si parla di misure per il Sud significa fare interventi su quello che blocca lo sviluppo al sud. Quello che serve alle aziende è una priorità sociale. Non servono sussidi, servono soldi da investire nello sviluppo”.
“La cosa che mi ha colpito di più di questa assemblea, che ha avuto contenuti molto importanti, è stato lo scontro diretto tra Carlo Bonomi e Maurizio Landini – ha commentato Giacomo Possamai, neo consigliere regionale del Pd, ch siederà all’opposizione del governatore Luca Zaia – Ho avuto la sensazione di tornare indietro di anni, a quando le lotte tra sindacalisti e industriali erano
all’ordine del giorno e feroci. Ho avuto una brutta sensazione è un argomento da non sottovalutare”.
Anna Bianchini