Il 18 marzo è alle porte e i Sindacati che tutelano i lavoratori della Tintess sono sul piede di guerra per difendere 200 lavoratori a rischio disoccupazione.

In questa data infatti il Tar del veneto si pronuncerà sulla sospensiva della Delibera di Giunta Regionale sull’autorizzazione all’allargamento quantitativo dei reflui a depurazione della Tintess Spa.

“Stiamo vivendo l’attesa del verdetto del tar con molta preoccupazione – hanno commentato le rappresentanze sindacali – Preoccupazione dovuta al fatto che, nel dibattito aperto tra Comune, Azienda e Comitati sulla presunta salvaguardia dell’ambiente non si è tenuto minimamente in considerazione quanto questa battaglia avrebbe prodotto in negativo sui circa 200 posti di lavoro, con famiglie annesse, tra diretti e indotto. Non siamo più disponibili a tacere, tanto meno a fare la parte di coloro che spingono nel conflitto fra ambiente e la sua giusta tutela contrapposto al lavoro e all’esigenza di salvaguardare l’occupazione. Un ambiente sano fuori dall’azienda – hanno spiegato le Rsu – corrisponde ad un ambiente sano all’interno dell’azienda che è nell’interesse dei lavoratori della Tintess e quindi del sindacato”.

In questi mesi la Rsu Aziendale, in collaborazione con Filctem Cgil e Femca Cisl, hanno costruito insieme all’azienda Tintess un percorso che, con il ricorso al Contratto di Solidarietà, porta a zero licenziamenti, con un piano di investimenti sulla produzione pari a 985mila euro.

“In equilibrio con il mantenimento dei livelli occupazionali – hanno spiegato i Sindacati – per noi ha sempre corrisposto a una attenta vigile osservanza della sicurezza e vivibilità ambientale all’interno dei luoghi di lavoro e quindi alla messa in cantiere, da parte aziendale, di investimenti pari a 580mila euro sul depuratore e la risistemazione degli stabili. Di tutto questo – hanno continuato – il Sindaco di Thiene è stato sempre messo a conoscenza. Ci chiediamo quindi perché ha fatto ricorso straordinario al Capo dello Stato per bloccare il depuratore in Tintess? A cosa serviva e a chi dimostrare, senza considerare i fatti di cui sopra, che si sceglieva di stare da una parte, cioè con la “pancia” di chi “urla” più forte, mentre che dalla parte della testa? Sono domande a cui non riusciamo a dare risposte o forse l’unica che riusciamo a darci è che il politico pensa al consenso di oggi, lo statista pensa al domani. Per questa ragione, nel rispetto dell’autonomia della magistratura, auspichiamo che il Tar non accetti la sospensiva e ci appelliamo al senso di responsabilità dell’Amministrazione Comunale (maggioranza e opposizione) affinché si possa trovare un punto di equilibrio nell’interesse della collettività.

Se questo nostro appello dovesse finire nel vuoto – hanno concluso – non escludiamo azioni di protesta a tutela dell’ambiente e del lavoro”.

Anna Bianchini

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