“La situazione sta sfuggendo di mano: lavoratori contro lavoratori, aziende che si attrezzano con i vigilantes per controllare le persone, difficoltà per prenotarsi già ora i tamponi. Così non va. Si rischia di buttare all’aria tutto: la serenità nel Paese e la ripresa veneta”. Lo afferma Roberto Toigo, segretario della Uil del Veneto, che in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass chiede che “siano i datori di lavoro a farsi carico della spesa per i tamponi”. Il sindacato è “a favore del vaccino e del rispetto della legge, ovvero del green pass”, precisa Toigo, dicendosi consapevole che chi si è vaccinato “ha mille ragioni per non condividere la proposta”. Ma è anche vero che “siamo al dunque e una soluzione va trovata”.

E secondo la Uil questa soluzione è che “siano i datori di lavoro a farsi carico di questa spesa”. Perché “le aziende stanno fatturando molto, hanno avuto forti aiuti e i lavoratori nei momenti difficili erano lì, disponibili con mascherine di fortuna e tanta buona volontà nel cercare di non contagiarsi”. Ciò detto, se si è arrivati a questa situazione è perché il Governo non si è assunto la responsabilità di rendere obbligatorio il vaccino, come invece avrebbe dovuto fare, e “ha preferito scaricare sulle persone il peso della scelta”. Ora però, conclude Toigo, “non abbiamo più tempo”, e servono “tamponi a carico delle aziende, prolungamento della validità a 72 ore e via libera al tampone fai da te. Altrimenti dal 15 ottobre rischiamo di andare in cortocircuito”.

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