Riceviamo e pubblichiamo

Purtroppo a Schio è tornato il circo nonostante l’ordinanza che impone il rispetto rigoroso della normativa Cites. I veterinari hanno controllato il primo giorno e poi sicuramente non si faranno più vedere…Per loro va sempre tutto bene figuriamoci.  Secondo loro gli animali nei circhi, acquari, allevamenti, laboratori di vivisezione .. stanno da Dio… quando mai hanno dichiarato che quei luoghi di detenzione e sofferenza sono incompatibili con il loro benessere?
E’ vergognoso che il legislatore non abbia ancora fissato un termine per la dismissione degli animali nei circhi…in questo vuoto normativo gli animali continueranno a soffrire per il nostro divertimento, mentre dovrebbero poter vivere in un’oasi protetta nel rispetto delle loro esigenze etologiche e della loro dignità di esseri senzienti.
Siamo comunque noi e sempre noi i primi responsabili di questa situazione! E’ il nostro biglietto di ingresso che mantiene in vita tali spettacoli! Dobbiamo disertare questi luoghi di sofferenza e non dobbiamo portare i nostri bambini.
Per loro è estremamente antieducativo assistere a spettacoli con gli animali in quanto, come è scritto in un documento firmato da oltre 600 psicologi, impareranno che tutto ciò che vedono è lecito e divertente; si abitueranno a non vedere, a non capire, a non farsi carico della sofferenza degli animali, anche se questi mandano segnali di irrequietezza, sofferenza, terrore. Se le naturali emozioni di disagio, speculari a quelle provate dall’animale,si scontrano con l’allegra superficialità dell’adulto, sarà gioco forza per un bambino non dare loro diritto di cittadinanza e adeguarsi allo stato mentale che gli viene richiesto. Il risultato di tutto ciò è un’educazione all’insensibilità, a non riconoscere nell’altro essere vivente, animale umano o non umano, i segnali di dolore, a ritenere normali le manifestazioni di dominio del più forte sul più debole. In una parola si sta offrendo un modello che è l’esatto opposto dell’empatia.
La comunicazione empatica è la forma non violenta di comunicazione per eccellenza: forma il nucleo di comunità solidali perché, nel momento stesso in cui agisce da riconoscimento dell’individualità di un’altra persona o essere, accorcia le distanze tra noi e l’altro.
Finchè metteremo piede dentro a quei tendoni gli animali saranno condannati ad essere schiavi. Non essere complice, boicotta il circo con animali

Marta Frigo

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia