RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA UNA LETTRICE

Gentile redazione,

sono la mamma di un ragazzo falciato dall’auto condotta da un uomo poi risultato sotto l’effetto dell’alcol. Era a piedi, tornava da una serata di studio perchè il giorno dopo aveva un esame all’università. L’auto lo ha travolto. E’ morto dopo tre giorni di agonia. La mia vita è finita, era il mio unico figlio e non c’è pace dopo la perdita del proprio figlio. Da allora, mi sono iscritta a molte associazioni di genitori, che hanno vissuto la mia stessa sorte. E’ l’unico modo per trovare un pò di pace. Siamo genitori distrutti. Oggi, voi avete pubblicato una notizia di un tizio denunciato dai carabinieri perchè fermato a Piovene Rocchette sotto l’effetto dell’alcol e mio marito si è avvicinato  per farmi vedere i commenti di molti lettori, che vi sbeffeggiavano con risatine ed una decina di commenti. Mi sono seduta, li ho letti e riletti. Avrei voluto scrivere e contattare ognuno di loro, ho fatto gli screen shot, che vi allego. Avrei voluto raccontare loro la mia storia di condanna ad un dolore che non si affievolisce nonostante gli anni trascorsi. Avrei voluto spiegare loro come ci si sente nell’avere una vita normale e vedersela distrutta per colpa di un uomo, che, così ha dichiarato durante il processo, non aveva visto mio figlio perchè sotto l’effetto dell’alcol. Poi, ho deciso di scrivere direttamente a voi questa lettera per spiegare a questa ‘gente allegra’ in maniera pubblica quanto io mi senta oltraggiata da tanta ignoranza. Tanta superficialità di chi, nonostante ogni giorno, muoiano innocenti sulle strade, non comprenda la gravità del mettersi alla guida in stato alterato.

Cari Luca Stella, Marco Noger Nogara, Claudio Nautius , Beniamina Ceolin e Marta Dani, Elena Miotto, Michele De Guio,mi rivolgo a voi pubblicamente e se vi va, ho lasciato il mio indirizzo alla redazione in privato, venite a casa mia. Io e mio marito vi faremo vedere le foto di mio figlio che non c’è più. Vi faremo vedere anche quelle di lui intubato in ospedale e quelle nella bara. Forse, solo così, imparerete a non ridere, a non prendere in giro, a non sbeffeggiare come bulli da tastiera, quando leggerete che i carabinieri hanno fermato le auto guidate da chi non ha consapevolezza del pericolo di mettersi alla guida dopo aver bevuto. Forse, dopo aver scambiato quattro chiacchiere con chi come noi ha perso i propri cari per colpa di chi guidava imprudentemente, quando vi imbatterete in una notizia simile a quella pubblicata da AltovicentinOnline  su quanto accaduto ieri sera a Piovene, non riderete, non prenderete in giro, ma tirerete un sospiro di sollievo pensando che aver bloccato quella persona, avrà contributo ad evitare che qualcuno possa fare del male a qualche innocente.

Se i carabinieri lo avessero fatto con l’investitore del mio ragazzo, Alberto sarebbe qui con me, si sarebbe laureato, si sarebbe sposato e sarebbe vivo. Forse io e mio marito staremmo a giocare sul tappeto con i nostri nipoti e non a guardare le foto di un bellissimo ragazzo, ucciso nel fiore dei suoi anni.

Maria Teresa S. , Schio

La redazione risponde

Gentile Maria Teresa,

quando abbiamo letto quei commenti, il nostro cuore è andato subito a genitori come lei, che hanno perso i figli per colpa di incidenti avvenuti per colpa di persone che guidavano in condizioni alterate. Purtroppo, non passano fine settimana che non scriviamo di incidenti provocati da persone che guidano imprudentemente. I dati sono eclatanti, ma purtroppo, c’è tanta ignoranza e insensibilità da parte di chi utilizza la rete e quando commenta non sa di poter fare del male anche con una semplice risatina virtuale. Le chiediamo umilmente scusa e le assicuriamo che questi commenti che le hanno riaperto una ferita ancora sanguinante sono stati rimossi per rispetto suo e di tanti genitori come lei. Scusi ancora.

la Redazione di AltovicentinOnline

 

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