Ho visto la morte con gli occhi, solo per un soffio, e non è un modo di dire, il mio volto non è rimasto ustionato dalle fiamme che hanno messo a repentaglio la mia vita, quella del mio bimbo di un anno e mezzo, dei miei cani e dei miei gatti, solo per poco.

Mentre andava in scena il mio dramma, la mia vicina per istinto ha afferrato il cellulare anziché prestarmi soccorso.

Mi chiamo A.C., vivo a Thiene e l’altro pomeriggio ho vissuto un’esperienza che mi ha provata fortemente, mi fa sentire miracolata, ma mi ha lasciato un disturbo emotivo nella scena parallela della mia vicina intenta a riprendere le fiamme sviluppatesi nel mio pianerottolo a causa di un contenitore di vetro che ha preso fuoco con il sole.

Stavo addormentando il mio bambino sul letto della mia camera quando sono stata attirata da un forte odore di bruciato che proveniva dal pianerottolo. Apro la porta e mi trovo le fiamme alte a ridosso del mio viso, chiudo la porta di casa istintivamente per evitare che l’incendio entrasse dentro casa e come senso di protezione per il bambino e gli animali.

Inizio a urlare in modo disperato e per fortuna due ‘angeli’ si precipitano a darmi soccorso. La vicina filmava già da un pezzo.

Uno di loro va a prendere  gli estintori al piano di sotto e spegne l’incendio, io chiedevo aiuto e con il cellulare  chiamo  i Vigili del Fuoco che dopo poco arrivano da noi.

Meravigliosi anche i pompieri che mi hanno tenuta al telefono durante il tragitto cercando di calmarmi, dato il mio stato emotivo. Balbettavo, tremavo, avevo il volto tutto rosso per il contatto ravvicinato con le fiamme. Contemporaneamente una donna che abita a pochi metri era lì con il suo telefonino e a fotografare e a filmare freddamente.

Tutto è finito bene e anche il mio bambino, inizialmente spaventato, ha preso poi tutto come un gioco, grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco che hanno lavorato fingendo di giocare.

A distanza di qualche giorno ho ancora in mente quella scena, il bello e il buono di questa esperienza traumatica. Non smetterò mai di ringraziare i due uomini che, come è se mi avessero salvato la vita, che non hanno esitato a rischiare in prima persona sentendomi urlare. Uno di loro non vive nemmeno nel mio quartiere, ma si trovava lì per caso per motivi di lavoro.

Ringrazierò sempre anche i Vigili del Fuoco per la professionalità e per l’umanità dimostrata: sono gli eroi del mio bambino. Ma sentivo il bisogno di raccontare di quella donna cinica, morbosa e distaccata, che non si è minimamente preoccupata, nemmeno dopo, di venire a chiedermi come stessi. A lei importava di documentare tutto con il suo telefono.  Questo è lo spaccato della società di oggi, voglio ricordare solo i miei ‘angeli’ e dimenticare al più presto quello che non riesco a non vedere come un gesto di puro voyerismo e mi chiedo cosa avrà mai fatto con quel video: a cosa le è servito, a chi lo ha mandato e che tipo di gratificazione le ha dato avere quelle immagini nel suo telefono. Ho saputo che le ha anche divulgate.

Mi sono informata e so che esiste la libertà di riprendere, ma mi chiedo, a livello personale, a cosa servisse il video alla mia vicina. Un’ultima chiccave la voglio regalare: dopo tutto quello che è accaduto, la mia vicina ha avuto il coraggio di chiamare il mio compagno e di chiedergli di scendere giù per spazzare la fuligine che era finita sulla sua proprietà.

A.C. 24 anni, Thiene

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