riceviamo e pubblichiamo

Gentile Redazione, ho letto con attenzione l’articolo sulla chiara provocazione del sindaco di Thiene Giovanni Casarotto, che in pochi hanno compreso, più affaccendati a giudicare.

A volte bisognerebbe leggere tra le righe, soffermarsi sui messaggi e riflettere un po’ prima di dare giudizi che non hanno nulla a che fare con i contenuti in questione.

Mi chiamo Lucia, ho 62 anni e faccio volontariato da 28 anni. Non rivelerò il mio cognome perché credo che il volontariato debba essere anonimo e silenzioso, debba essere di fatti e non di parole, quelle che abbondano sui social da parte di chi dovrebbe andare più spesso nelle case di riposo o a imboccare i vecchietti in ospedale, invece di starsene seduto sul divano a pontificare.

Leggendo il suggerimento di Casarotto, che non voleva essere un modo per raggirare il dpcm, ma una sollecitazione a trascorrere del tempo con i propri genitori e nonni, mi è venuto in mente lo scorso Natale, quando ho partecipato ad un pranzo di beneficienza, di quelli che servono a non lasciare indietro gli ultimi della società.

Ho portato dei giocattoli usati che hanno fatto felici dei bambini appartenenti a famiglie indigenti, ma nell’occasione sono rimasta colpita dal numero di anziani dell’Alto Vicentino, con i quali mi sono voluta soffermare, per capire perché fossero lì tutti soli.

Ho fatto delle domande cercando di non essere indiscreta, ma quasi tutti, senza peli sulla lingua, mi hanno confidato il fatto che figli e nipoti fossero chi in settimana bianca, chi con amici, a festeggiare le feste altrove. Non dimenticherà mai i loro volti, nei quali si leggeva la comprensione, quasi la giustificazione nei confronti di generazioni più giovani, che però quest’anno potrebbero avere l’occasione per fare quello che non hanno mai fatto e che per una volta potrebbe fare felici i propri cari. Sono d’accordo con il sindaco Casarotto quando propone ai figli di trovare le modalità possibili per trascorrere il giorno di Natale insieme, visto che queste persone sbraitano sui social raccontando di depressioni, di anziani discriminati, di vecchietti che soffrono in solitudine, di un Natale ingiusto

Che sacrificherebbe gli affetti. Il modo per stare insieme c’è, lo ha suggerito in modo eclatante Casarotto, ma mi chiedo ‘chi lo farà davvero’? Mi piacerebbe lanciare anche io una provocazione, proponendo a voi Redazione di raccogliere fotografie di quadretti familiari dove sarei felice di vedere anche quei vecchietti che l’anno scorso ho visto soli.

Se vi stanno a cuore i vostri anziani, fatelo, stravolgete le vostre abitudini, non ci vuole molto a farlo. Non servono case di lusso o stanze per gli ospiti, si sa, i nostri anziani sono più accomodanti di noi e pur di condividere un momento di gioia, sarebbero disposti a stingersi o a dormire sul divano. Ma sono sicura che voi figli lascereste il letto ai vostri genitori, dormendo voi sul divano.

Lucia da Thiene, volontaria

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