Un sistema unico in Veneto per contrastare la siccità, ma l’acqua già manca. E’ già in funzione a Madonnetta di Sarcedo un meccanismo creato grazie a dei ‘pozzi bevitori’ e che coinvolge canali e rogge in grado di ricaricare la falda sottostante già in sofferenza. Un problema riportato anche da Rai Veneto mette in luce una condizione davvero allarmante come quella della siccità, un recupero mancato nel 2022 che ora diventa un grattacapo non indifferente. La gestione del sistema è in mano al Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, e le società idriche Viacqua e AcegasApsAmga. Molte le preoccupazioni, dall’acqua assente già da adesso, alla falda di Dueville, da dove nasce il Bacchiglione, in sorveglianza speciale, fino al torrente Igna a Sarcedo, completamente asciutto quando non dovrebbe esserlo. Una situazione che deve essere gestita il prima possibile e grazie a questo sistema già in funzione si spera che si riesca a recuperare il più possibile: “I litri che riescono a introitare in falda sono 200 al secondo per pozzo, mentre ora riusciamo a introitarne penso la metà.” spiega Silvio Parise, presidente Consorzio bonifica Alta Pianura Veneta a Rai Veneto.

“Notiamo adesso una discesa dei livelli di falda, siamo circa a 30cm al di sotto di gennaio 2022 e rispetto alla media storica degli ultimi 70 anni siamo a un metro sotto. Purtroppo il recupero dalla grande siccità del 2022 non è avvenuto se non in modo molto timido e parziale” aggiunge Paolo Ronco, direttore Centro Rive Viacqua. Il problema è sotto gli occhi di tutti: le piogge non arrivano, la neve è scarsa e in alcuni punti strategici non si è proprio presentata, i torrenti sono asciutti e una stagione irrigua che sta per iniziare.

Il problema è serio e non va preso sottogamba, eppure pare essere una prospettiva futura non molto futuristica, come sottolinea il presidente Viacqua Giuseppe Castaman: “Quello che deve preoccupare è la consapevolezza che una certa era è terminata e ci stiamo addentrando in un periodo in cui il tema diventerà un tema cruciale”. Un altro comune impegnato in questi giorni per far fronte alla siccità è il comune di Piovene Rocchette , dove è prevista un’area che ospiterà un altro bacino, nella Diga di Leda, che avrà il compito di aumentarne la capacità di raccolta dell’acqua. Dopo le piene dell’alluvione del 2010, è stato necessario trovare una risoluzione immediata che potesse tamponare il problema. Così sono nati due progetti, uno della Regione e uno del consorzio di bonifica alta pianura veneta, con il Bacino di Leda a Velo D’Astico, come ampliamento dell’attuale diga. Sul campo l’IPA dell’Alto Vicentino, (intesa programmatica d’area) organismo per il quale collaborano 32 comuni e una decina di associazioni della fascia pedemontana. Il loro obbiettivo è quello di ideare piccole opere come invasi o boschi di ricarica delle falde, e di presentarle sotto forma di progetto in Regione. Piccoli investimenti su più fronti che si crede potranno fare molto, data la necessità di agire il prima possibile come afferma Renato Grotto di Ipa Alto Vicentino: “L’urgenza adesso è quella di realizzare dei bacini che trattengano il più possibile risorse idriche per poterli poi riutilizzare in momenti di scarsità e asciutto”.

 

Laura San Brunone

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