L’elezione di Maurizio Fugatti come nuovo governatore del Trentino fa esultare la Lega Nord veneta, non solo per la schiacciante vittoria ottenuta dal partito di Matteo Salvini, ma anche perché il risultato fa ben sperare in un accordo tra le due regioni che forse definirà una volta per tutte il proseguimento della Valdastico Nord.

Il temporeggiamento trentino sembrerebbe dunque agli sgoccioli, e la congiuntura non è mai stata così favorevole per portare a casa un risultato da molti considerato ancora un miraggio.

Festeggiano il risultato anche i leghisti in consiglio regionale Veneto, in particolare l’ex sindaco di Piovene Rocchette Maurizio Colman, che ha esternato subito sui social la sua esultanza per lo storico risultato in Trentino, che chiude dopo vent’anni il monopolio del centrosinistra autonomista.

‘Il risultato della Lega in Trentino è storico – ha detto infatti Colman – ottenuto grazie ad un centro destra unito, ad un partito trascinato da un segretario come Matteo Salvini ad un candidato presidente, Maurizio Fugatti, che tra i suoi punti programmatici ha inserito la prosecuzione a nord della A31. Esistono quindi le condizioni per vedere finalmente il completamento della Valdastico Nord’.

A chiosare il commento di Colman anche il sindaco di Thiene Giovanni Casarotto: ‘Chissà che sia la volta buona’.

Ma in redazione, in queste ore, abbiamo ricevuto una lettera al direttore firmata dal consigliere comunale di opposizione Riccardo Fimbianti, che vuole replicare alle affermazioni fatte sempre dal consigliere regionale Maurizio Colman circa quella che quest’ultimo definisce ‘utilità dell’opera pubblica’.

Pubblichiamo integralmente le parole di Fimbianti

Gentile direttore,

Le scrivo perché certe affermazioni non si possono più sentire, soprattutto da chi ci rappresenta e dovrebbe essere informato e pensare al nostro futuro. Mi riferisco all’articolo del consigliere regionale Colman. Quello che si legge sono un insieme di luoghi comuni, uniche possibili giustificazioni alla realizzazione della Valdastico Nord, che tirano in ballo sviluppo, crescita economica ed atre frasi fatte. Ma andiamo per gradi.

Ho riempito anche io le mie “vuote serate autunnali”, qualche volta assieme ai comitati, studiando i documenti e partecipando, anche come relatore, ad alcuni incontri sull’autostrada. Analizzando il progetto, i costi economici ed ambientali, i vantaggi e gli svantaggi di questa opera, appare evidente che si tratti di una cattedrale nel deserto utile solo al prolungamento della concessione. Non stiamo parlando di idee, frasi fatte o di opinioni, ma di documenti e di numeri. Esiste un accordo tra ANAS e Società Autostrade Brescia-Padova che “fissa la scadenza della concessione al 2026 in funzione della realizzazione della Valdastico nord”. Questo è il punto focale.

Riempire le lunghe e vuote serate autunnali per informarsi aiuta a non aggrapparsi a ideologie o a stantie frasi fatte sullo sviluppo, ma a ragionare su numeri e fatti concreti. E smettiamola con questo mantra per cui chi è contro la Valdastico Nord è contro lo sviluppo! Ma dove sta scritto? Essere contrari ad un inutile spreco di danaro, non vuol dire essere contrari a tutto o essere contro il progresso. Oggi si parla di tecnologie digitali, Industry 4.0, stampanti 3D comandate da remoto, e dall’altra parte di valorizzazione delle tradizioni e del territorio. Anche il treno a vapore ha portato sviluppo, ma riproporlo oggi sarebbe anacronistico. Non esistono solo le autostrade. C’è  chi però crede e spera che un’autostrada faccia tutto da sola: sviluppo economico, sviluppo turistico e così via, e che chi si oppone è un troglodita che merita di tornare alle caverne.

Chiedere soldi ai cittadini per un’autostrada che si fermerà a Casotto (anche questo ho letto nei documenti per riempirmi le serate) e quindi inutile, e nello stesso tempo togliere l’ospedale e i servizi primari ai cittadini perché costano troppo è inaccettabile! Soprattutto se sostenuto da chi dovrebbe rappresentarci. Con 1.300 milioni di Euro della Valdastico nord si potrebbe costruire un ospedale in ogni paesino della vallata. E non mi si risponda che “la pagherà completamente la società A4 (ora Abertis del gruppo Atlantia)”! Di solito dall’adolescenza in poi si tende a non credere più a Babbo Natale. I numeri presentati dalla società A4 Holding (non dai figli dei fiori a cui fa riferimento) dicono che non si pagherà mai, dall’altra parte nel contratto è fissato un “tasso di congrua remunerazione del capitale” che in due parole significa che chi investe i soldi li rivuole con gli interessi (per inciso nel primo accordo il tasso era fissato al 10,25% annuo, mica male come investimento vero?). E chi restituirà questi soldi con gli interessi? Al solito tutti i cittadini. Ma allora se dobbiamo spendere i soldi dei cittadini per aumentare la qualità della vita e lo sviluppo economico/sociale siamo sicuri che fare un’autostrada sia il meglio che possiamo fare? Se i comuni della vallata avessero 1.300 milioni da spendere siamo sicuri che li spenderebbero per collegare Casotto e Piovene con un’autostrada?

E non ci faccia l’esempio della Pedemontana, non entro in un merito che non conosco, ma la nostra regione ha già pagato 300 milioni (il costo dell’ospedale di Santorso) ad una società privata, ovviamente dalle tasche dei contribuenti, per un’opera che doveva essere completamente finanziata dai privati; doveva costare 3.000 Milioni ed ora la Corte dei Conti sta indagando perché pare che alla fine ne costerà 13.000 Milioni (succede anche “a queste latitudini”); il progetto è iniziato nel 2010 e dopo 9 anni ancora non c’è un km uno percorribile. Ma di cosa stiamo parlando?!

Se vuole parlare di numeri, di costi per i cittadini e per il territorio, la invito a confrontarsi pubblicamente sul tema della viabilità con gli amministratori locali. Organizziamo un incontro/confronto pubblico e cominciamo a parlare di autostrade e opere pubbliche con analisi del traffico e numeri alla mano e lasciamo gli slogan alla prossima campagna elettorale, perché come dice il suo Presidente in Regione, cito testualmente dal discorso del tenuto qualche giorno fa parlando del Vajont:” “… l’interesse del territorio non può mai essere piegato a quello degli affari e la salvaguardia delle persone e dell’ambiente è la prima responsabilità della buona amministrazione e della buona politica”.

Ecco: cominciamo da qui!

Riccardo Fimbianti

 

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