Si è distinta come donna per non aver attaccato mai gli avversari e perchè al ‘rumore’ dei social ha preferito il lavoro a testa bassa per portare in porto i progetti sulle fragilità che valgono tanti progetti del Pnrrr, oltre alle somme elargite dalla Regione per sostenere chi sta subendo un disagio sociale. Somme da capogiro che Thiene sta gestendo per tutti i comuni dell’Ambito Territoriale, di cui è capofila. Ma se non ci sono i progetti, si sa, i soldi non li porti a casa e ad Anna Maria Savio è toccato, a fine mandato, lavorare sodo con i sindaci dell’ex Ulss 4 per realizzare quello che si tramuterà in qualità della vita per i cittadini. Famiglie che vengono fuori da un momento storico che li ha travolti tra Covid, aumento bollette, povertà, disagi non solo economici. I progetti si occupano di fragilità intese anche come anzianità e disabilità.
‘Una grande responsabilità emotiva oltre alla gestione di così tanto denaro – spiega Anna Maria Savio – c’è in ballo il futuro di intere famiglie che hanno toccato il fondo, che lo toccano tutti i giorni e che, dati i tempi che corrono, rischiano di toccarlo. Ho sentito tanto il peso di questo mandato, che mi è stato affidato istituzionalmente in un contesto sociale che, dopo la pandemia, è mutato radicalmente. E’ questa la sfida, intercettare i disagi che a volte sono silenziosi perchè non tutti arrivano in comune a denunciarlo. Spesso, da amministratore, devi andare a cercarlo, a tirarlo fuori combattendo con quella sorta di pudore dietro il quale si corazzano molti veneti per indole’.
Ha la voce rotta Anna Maria Savio quando racconta di anziani che non le lasciano la mano sperando che il tempo di quella stretta lenisca la solitudine. ‘Sono stata criticata perchè portavo personalmente i pasti a domicilio, ma non ho fatto solo quello. Le foto che mettevo su facebook non erano per esibizionismo, ho imparato ad usare facebook da pochissimo – continua l’assessore – . Volevo solo trasmettere il clima di solidarietà che si era creato a Thiene durante il lockdown, quando i social erano un mezzo fondamentale per rimanere attaccati al mondo esterno virtualmente. Volevo fare vedere quanti donatori avevano contribuito ad alleviare il disagio di chi era più solo che mai. Avrei dovuto mandare una fredda autovettura del Comune e delegare altri? Credo che per un anziano, per una famiglia chiusa in casa con 3 figli piccoli che non avevano nemmeno un pc per la dad ed il padre senza lavoro, vedere spuntare un rappresentante dell’amministrazione sia stato ben diverso. Ho rischiato il Covid entrando in quelle case, ma il bisogno di fare sentire la mia vicinanza superava la paura del virus. Mi accompagnavano Giampi Michelusi e Luciano Torresendi, abbiamo usato le nostre auto personali, ma quel periodo ci ha segnati. Tutti e tre stavamo in silenzio al rientro, io avevo voglia di piangere, anche Luciano e Giampi. Abbiamo scoperto quanto la povertà ed il dolore siano vicini a tutti noi, abbiamo visto scene di disperazione, che non dimenticheremo mai’.
Come mai ha deciso di ricandidarsi?
“Le confido che ci ho pensato a lungo perchè sono un’insegnante, una moglie, una madre ed una nonna. Ho riflettuto a lungo. Oltre a voler continuare ad essere una collega di Giampi, che mi ha aiutata tantissimo, lo stimolo mi è arrivato pensando che in un momento del genere, con tutti i progetti in piedi, con tutte quelle famiglie per le quali sono diventata un punto di riferimento, non potevo non provare a dare prosecuzione al mio mandato. Se non verrò rieletta, pazienza, ma tutte quelle persone che abbiamo aiutato me lo hanno chiesto espressamente. Se penso a tutto il percorso fatto con loro, non riesco a pensare a doverli abbandonare. Anche se continuerei comunque ad occuparmi di loro, a prescindere dal ruolo di assessore”.
Lei si è distinta anche per quanto ha fatto per il mondo femminile, cosa le lascia allo scadere del suo mandato?
“Mi vengono in mente i volti delle donne, che hanno trovato rifugio negli alloggi, la loro paura, l’incertezza sul futuro che le attende. Soprattutto, i bambini. ‘Tosetti’ che sono diventati miei nipotini, che ispirano le mie giornate, la voglia di dare e di darmi. Ho impressa in testa la scena di un piccolo, al quale siamo andati a portare dei regalini. Ricordo che salutando lui e la sua mamma, si è aggrappato alla gamba di Giampi e non voleva staccarsi. Forse in quel gesto c’era il suo bisogno di avere una figura paterna. La mia vicinanza si è concretizzata anche attraverso le numerose iniziative rivolte alle donne malate di cancro. Sono fermamente convinta che sia indispensabile parlare di questa malattia, da cui sono stata direttamente colpita, per poterla combattere“.
Cambiamo discorso e ridiamoci su: sui social si è discusso del suo look in rosa e di chi ha copiato chi…
“Guardi io non sono brava e non voglio attaccare, figuriamoci le altre donne. Il mio impegno per loro è stato totale e non mi sentirete mai di fare nemmeno ironia su questo tema. Se vuole proprio, possiamo scherzare sugli outfit della campagna elettorale, ma le assicuro che non sono una che spende molto. Tutt’altro. Ho la mia personalità, sono una nonna e un’insegnante e non ho bisogno di copiare. Se qualcuno si è ispirato a me posso esserne solo onorata”.
N.B.