RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

La cosiddetta mobilità sostenibile è uno dei temi del nostro tempo che impegna le amministrazioni pubbliche per definire delle azioni finalizzate a favorire il trasporto pubblico o l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi come la bicicletta ampliando la rete delle piste ciclabili.

In questi 25 anni la città di Schio si è dotata di una rete sempre più estesa di piste ciclabili e dal 1999 ha istituito un servizio di trasporto pubblico urbano (TPL) che non è mai entrato nelle abitudini degli scledensi.

Sul TPL si è espresso il consigliere Alex Cioni durante la discussione dell’ultimo consiglio comunale di dicembre evidenziando nuovamente un bilancio tra costi-benefici ritenuto non soddisfacente: “Una città come la nostra deve puntare ad avere in dotazione dei servizi moderni senza però sperperare i soldi essendo risorse preziose dei cittadini che vanno maneggiate con giudizio e responsabilità. Prima della gara provinciale per la concessione del servizio che, lo ricordo, è in proroga dal 2004, ritengo sia opportuno esaminare nel complesso com’è strutturato il servizio pubblico che ai contribuenti è costato sui 680 mila euro all’anno circa, di cui poco meno della metà sono sborsati direttamente dagli scledensi. Va detto in aggiunta che quest’anno è previsto l’adeguamento Istat sui costi da riconoscere alla ditta affidataria che produrrà l’aumento della spesa per il Comune”.

Un po’ di numeri. Nei primi 15 anni di servizio la media giornaliera degli utenti fluttuava dai circa 800 ai 900 utenti, mentre negli ultimi anni siamo calati a 678 nel 2019 a 464 nel 2020 (per gli effetti della pandemia), 331 nel 2021, risalendo a 413 nel 2022.  I dati disponibili per il 2023 riguardano il solo mese di settembre con una media di 600 utenti circa giornalieri. Delle tre linee presenti in città, la C (Zona industriale Marano Vic.no) rimane la più utilizzata in particolar modo dagli studenti. I proventi dei titoli di viaggio sono contrattualmente introitati dalla ditta e il valore si aggira attorno ai 70/80.000 euro annui.

Secondo il consigliere di SchioCittà Capoluogo ed esponente di Fratelli d’Italia, i dati parlano chiaro: “Se in 25 anni il numero degli utenti è diminuito invece di aumentare, il compito di un amministratore serio è di parlare chiaro ai propri concittadini. Per come la vedo io – sottolinea Cioni – si deve mettere mano all’impianto complessivo del TPL stabilendo se è possibile renderlo funzionale ad una cittadina come la nostra, altrimenti non va esclusa come extrema ratio la soppressione. Non è corretto chiedere agli scledensi di pagare ogni anno per un servizio che attualmente funziona solo negli orari scolastici quando già investiamo 310 mila euro all’anno per il servizio scolastico. Se poi si può spendere meno individuando un trasporto specifico come il servizio del bus a chiamata, tanto per fare un esempio, non vedo per quale ragione dobbiamo continuare a spendere soldi per un servizio utilizzato da meno del 2% della popolazione”.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente del circolo di Fratelli d’Italia di Schio Gianmario Munari che, congiuntamente al consigliere Cioni, ritiene invece corretta la direzione intrapresa dall’Unione Montana Piccole Dolomiti che da qualche mese ha avviato un percorso di partecipazione con i Comuni per dotarsi di un Piano Urbano Mobilità Sostenibile (PUMS) sovracomunale finalizzato ad una pianificazione dei servizi che interessi organicamente tutte le comunità coinvolte in linea con la logica di una città metropolitana: “All’interno dell’Unione  vanno tenuti  in considerazione aspetti complessi – sostengono Munari e Cioni – dato che abbiamo un’area che presenta zone collinari, pianeggianti e montane. Per noi però è questa la direzione giusta da intraprendere se si vogliono creare le condizioni adeguate per sviluppare la mobilità sostenibile in alternativa all’utilizzo dell’auto privata che a tutt’oggi rimane il mezzo più agevole per spostarsi nei nostri territori”.

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