“I dati scientifici e oggettivi dimostrano che gli interventi spot non funzionano mentre quelli strutturali nel medio e lungo periodo stanno dando risultati positivi”. Lo ha detto l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin presiedendo oggi a Venezia, dopo essere stato in videoconferenza con il ministro Galletti e i rappresentanti delle altre regioni e degli enti locali, la riunione straordinaria del Comitato di Indirizzo e Sorveglianza (CIS) per individuare linee comuni per affrontare le situazioni di criticità come quella che ha visto in queste settimane in alcune aree del Veneto per diversi giorni il permanere e l’accumulo degli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera. Da due giorni a questa parte l’emergenza è venuta meno grazie alla nebbia che ha contribuito ad abbattere le polveri sottili e al vento che ha ripulito l’aria.
In base alla normativa in vigore – ha ricordato l’assessore – la possibilità di emettere ordinanze per l’inquinamento atmosferico nelle città resta in capo ai sindaci, concordando a livello provinciale gli interventi da attuare in specifici Tavoli Tecnici Zonali. Fondamentale è la raccolta dei dati effettuata da ARPAV e dettagliati a livello di singolo comune, da cui risulta che le sorgenti principali degli inquinanti sono il riscaldamento domestico, in particolare la combustione di biomasse, e le emissioni prodotte dal traffico dei veicoli sulle nostre strade. “Non siamo però all’anno zero – ha detto Bottacin – e gli interventi strutturali messi in campo da tutte le amministrazioni hanno consentito negli ultimi cinque anni una significativa riduzione media degli inquinanti a livello regionale. L’azione proseguirà con il nuovo Piano Regionale di Tutela e Risanamento della qualità dell’aria, adottato dalla Giunta e ora all’esame del Consiglio.
L’assessore Bottacin ha brevemente illustrato al CIS gli esiti della riunione con il ministro Galletti che ha definito però deludenti. Poche le risorse previste a livello nazionale (12 milioni) e destinate solo alle misure per il trasporto pubblico locale, mentre non si è parlato dei problemi legati al riscaldamento domestico. Il Veneto insieme alla Lombardia ha comunque ribadito che le criticità dell’aria sono sostanzialmente un problema del bacino padano e qui dovrebbero essere concentrate tutte le risorse disponibili. E’ già stato firmato anche un accordo di programma con il ministero dell’ambiente per l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell’aria nel bacino padano che prevede precisi impegni delle Regioni e dello Stato e il riconoscimento della specificità padana in sede europea. Non essendoci stata condivisione, le regioni padane hanno chiesto e ottenuto un incontro con il ministro, probabilmente il 12 gennaio.
Intanto a livello veneto si procederà, come richiesto dal CIS, con un’azione informativa nei confronti di tutti i comuni sui dati ARPAV e con una verifica dei contenuti di tutte le ordinanze comunali che sono state adottate. Successivamente alla riunione con il ministro, il CIS sarà riconvocato per la definizione di linee guida omogenee da suggerire ai comuni nelle aree che dovessero trovarsi accomunate dalle stesse condizioni di criticità dell’aria.