Politica partecipativa, collaborazione con il mondo industriale, sociale, stop alla cementificazione selvaggia, ecologia e turismo. Con questi punti chiave si è presentato l’altra sera, a Schio Carlo Cunegato, 32 anni sposato e padre di 2 bambini, candidato sindaco che correrà alle primarie del centrosinistra il prossimo mese, sfidando Luca Beccaro, Mario Benvenuti, Giovanni Potente, Dario Tomasi e Pietro Veronese, candidati del centro sinistra. Davanti a un centinaio di persone e ad alcuni esponenti di amministrazioni locali con i quali condivide idee e strategie, Cunegato non ha esitato a prendere il microfono per sottolineare che Schio ha “bisogno di un atteggiamento nuovo della politica e deve ritrovare la collaborazione con il mondo del lavoro, che rappresenta il punto di partenza per lo sviluppo sociale ed economico della città”. 

 

 

Cunegato, perché ha deciso di candidarsi?

E’ una scelta fatta per reagire alla sfiducia delle persone verso la politica tradizionale, che è sempre pronta a fare la morale ed è opaca e austera. A livello nazionale la comunità sta trasformando i partiti in comitati e movimenti, perché è in atto una profonda voglia di reagire al concetto tradizionale di politica. La politica deve imparare ad essere gioiosa e  le persone devono sentirsi in collaborazione con chi li rappresenta istituzionalmente, infatti sono felice di aver visto un clima festoso e tanto entusiasmo in questa serata di presentazione ufficiale sostenuta dalla mia lista civica e da Sel. 

Che amministrazione sarà la sua?

Un’amministrazione che parla con un linguaggio chiaro, non enigmatico. Abbiamo come obiettivo la Schio del 2024, perché quando si amministra non si può guardare all’adesso, ma bisogna avere obiettivi che puntano al futuro. Ci interessa sviluppare una politica fatta di partecipazione e per ogni assessorato vogliamo creare una consulta, perché tante teste insieme sono sicuramente meglio di una sola. In questo modo nascono le idee e i progetti diventano realtà. Per questo vogliamo una tavola rotonda con gli imprenditori e con il mondo del lavoro, perché bisogna difendere il welfare e per farlo è indispensabile che politica e mondo del lavoro interagiscano. La politica deve far lavorare i suoi cittadini e le associazioni e collaborare per far esplodere le idee, perchè la democrazia sta nelle orecchie. 

Quali sono i punti principali del suo programma?

Vogliamo stabilire un dialogo costruttivo con le imprese e il mondo del commercio. Vogliamo sviluppare il turismo come volano per l’economia e l’occupazione. Ad esempio l’itinerario della Grande Guerra e l’archeologia industriale, che sono peculiarità di Schio e del suo territorio, possono diventare punti di attrazione per il turismo mondiale e creare posti di lavoro. Ci preoccupiamo del territorio e diciamo ‘stop’ alla cementificazione selvaggia che ha costruito ben oltre le necessità. I rifiuti vanno riciclati con il porta a porta spinto perché l’inceneritore, con i suoi costi e il suo inquinamento, non è la soluzione. Riciclare rappresenta una risorsa economica e a fronte di un posto di lavoro creato dall’incenerimento, il riciclo ne dà 10. Nel Sociale, campo in cui Schio si è sempre distinta, vogliamo tenere tutto ciò che c’è di valido. Visto che con la legge Fornero i nonni non vanno più in pensione dobbiamo portare il tempo pieno nelle scuole per aiutare i genitori che lavorano e aprire i campus nelle scuole superiori per far rimanere i ragazzi anche il pomeriggio. 

In politica è davvero così importante essere giovani?

E’ importante essere nuovi perché in politica il vecchio ha dimostrato di non essere in grado di dare risultati. Ci sono giovani che sono vecchi dentro e persone ben più anziane di me che hanno moltissimo da dare, per cui ritengo non sia un concetto legato all’età anagrafica. A Schio c’è voglia di nuovo e al momento l’unica novità sono io. L’amministrazione di Dalla Via ha portato avanti uno schema che dura da 60 anni. In democrazia l’alternanza è un valore. 

Quanto potrà aiutarla il suo lavoro di insegnante nel ruolo politico di amministratore di Schio?

Sono un insegnante e lavorare con i ragazzi ti permette non solo di capire le necessità dei giovani, ma ti obbliga anche a delineare un piano di lavoro costruttivo. Insegnare non significa solo far apprendere agli studenti quello che tu vuoi, ma significa fare un percorso di crescita insieme, ben consapevole del fatto che ho una grossa responsabilità e che non posso permettermi di fare i miei interessi personali a scapito dei loro. 

Lei è giovane, sorridente e chiacchierone. Non si sente un po’ Matteo Renzi?

 

Con tutto il rispetto, io sono sempre stato così. Per ottenere risultati positivi bisogna avere un atteggiamento positivo, parlare, ma soprattutto ascoltare. Matteo Renzi è parte della politica nazionale, io sto lavorando per l’amministrazione locale e, mi creda, c’è già abbastanza da fare qui…

A.Bia.

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