“La Regione non taglia i servizi socio-sanitari, ma li fa pagare direttamente ai cittadini, che in questo modo li pagano 2 volte”.

La campagna elettorale di Schio entra nel vivo ed i toni cominciano ad alzarsi. Dopo settimane di argomentazioni da bar, lo scontro ha preso finalmente la piega politica ieri sera a Palazzo Toaldi Capra a Schio, quando davanti ad oltre un centinaio di persone il sindaco uscente e ricandidato Valter Orsi, ha usato il tema ‘Sociale e Sanità’ per sferrare un attacco agli antagonisti, Lega in primis.

Un rivale che, secondo Orsi, è tale perché responsabile di decisioni discutibili prese in campo sociale e sanitario e titolare di una riforma “realizzata per gestire in forma di monopolio e senza interferenze la gran parte del bilancio del Veneto”.

Nessun attacco all’ospedale di Santorso o a Bassano, ma solo una serie di spiegazioni sul perché non sia “intelligente” accorparsi a Vicenza e perché il Distretto dei Sindaci (sindaci del Carroccio inclusi) abbia dovuto ingaggiare negli ultimi 2 anni una lotta con le unghie e con i denti per difendere il comparto Sociale e Sanitario locale.

“La riforma sanitaria del 2015, il taglio delle Ulss da 21 a 9 e la creazione dell’Azienda Zero sono state messe in atto per gestire il comparto socio sanitario ed i soldi che gli competono (che in totale rappresentano il 90% del bilancio regionale) in modo diretto e senza interferenze. Quello che riguarda la Sanità è pagato dalla Regione, i costi del Sociale invece sono in carico ai Comuni, che ogni anno stanziano una quota procapite. Negli ultimi anni, i Comuni della ex Ulss 4 hanno aumentato le quote procapite per far fronte ai tagli imposti dalla Regione. Perché quello che sta succedendo è, che la Regione in effetti non taglia i servizi, come ha sempre promesso, ma piano piano li sta facendo ricadere sulle tasche dei cittadini tagliando le sue quote di partecipazione dalle spese per il Sociale. Se nell’Alto Vicentino, oggi, le famiglie dei malati psichiatrici o dei disabili non hanno visto aumentare le rette mensili dei Ceod dai 500 ai 2mila euro, è solo perché i Comuni hanno aumentato i loro contributi. Ma siccome le spese dei contribuenti per la Sanità non sono diminuite, questo significa che i cittadini pagano i servizi 2 volte”.

“Ad avvisarci di questo gravissimo problema erano stati alcuni cittadini che hanno malati psichiatrici in casa – ha spiegato Cristina Marigo, avvocato e assessore al Sociale nel Comune di Schio – Siamo intervenuti subito con la Conferenza dei Sindaci (Distretto 2 della Ulss 7) e abbiamo tamponato con i nostri soldi il taglio imposto da Venezia. Solo così è stato possibile salvare i servizi”.

Una lotta che non ha nulla a che vedere con la parte medica della Sanità o con l’assistenza sociale, ma riguarda strettamente la politica.

“Perché non prendersela direttamente con la direzione sanitaria quindi?”

A servire l’assist al primo cittadino è stato proprio Mario Pegoraro, ex presidente del tribunale dei malati ed ex segretario della Lega, che tentando di provocare Orsi chiedendogli come mai i sindaci non abbiano espresso giudizi negativi sui direttori della Ulss 7, ha aperto una voragine nella quale alla fine è sprofondato proprio lui, perché se non fosse stato per la sua domanda, l’argomento non sarebbe nemmeno uscito.

“Lei dovrebbe sapere meglio di me che la riforma sanitaria prevede che i sindaci non possano esprimere giudizi sui dirigenti sanitari, perché i isndaci non partecipano alle scelte che riguardano la Sanità. Possono esprimersi sono sul lavoro del direttore ai Servizi Sociali della loro Ulss di riferimento, perché il Sociale è pagato dai Comuni. E se i sindaci oggi possono intervenire almeno sull’operato del direttore ai Servizi Sociali e sui soldi del comparto Sociale, è solo perché noi sindaci abbiamo puntato i piedi con la Regione, che nella fase primaria della riforma aveva abolito la figura del direttore ai Servizi Sociali in modo da poter gestire direttamente non solo i soldi della Sanità, ma anche quelli del Sociale, che sono i soldi che i Comuni versano per le esigenze dei loro cittadini. Schio versa circa 1 milione di euro l’anno per il comparto Sociale – ha continuato Orsi – secondo voi il sindaco non deve avere diritto di comprendere e collaborare sulla gestione dei soldi? Inoltre, per quanto riguarda la salvaguardia dei contributi alle rette per i centri diurni per i disabili, abbiamo un contenzioso al Tar contro la Regione, Mi chiedo, se cambia amministrazione, quella nuova che cosa farà con questo ricorso? Lo porterà avanti mettendosi contro il governo di Venezia o lo cancellerà mettendo così in crisi decine di famiglie. Io personalmente ho scritto alla Regione, ad assessori e consiglieri – ha concluso Orsi – Nessuno mi ha risposto. Da qui deduco, che quando i lacci politici sono troppo stretti, il cittadino è schiacciato dai legami dei politici. Per questo in un’amministrazione locale è più utile essere civici, per poter ragionare liberamente per il bene comune ed essere nella posizione di alzare la voce quando c’è bisogno di alzarla”.

No all’accorpamento con la Ulss 8: “Sarebbe dannoso per i cittadini”

Non ha nessun dubbio Valter Orsi sulla scelta dei 32 sindaci del Distretto 2 della Ulss 7 Pedemontana, che non hanno voluto

l’accorpamento con Vicenza.

“La dimensione della Ulss 7, con 2 soli Distretti, consente ai sindaci di avere un colloquio ogni 15 giorni con la direzione generale – ha spiegato il primo cittadino – Questo è fondamentale, a fronte di vari problemi che possono sorgere e per i quali serve un intervento immediato. Se fossimo accorpati alla Ulss di Vicenza, che conta tantissimi Distretti, la direzione non avrebbe il tempo da dedicare ai singoli territori e le decisioni verrebbero prese senza distinzione per le diverse necessità. L’Alto Vicentino ha un territorio che va dalla città alla montagna, con necessità particolari che devono essere difese. Per questo siamo riusciti ad avere l’emodinamica H24 a Santorso (prima era a Bassano), perché se una persona ha un infarto a Valli del Pasubio o a Posina non avrebbe il tempo materiale di arrivare né a Bassano né a Vicenza. Il contatto con la direzione generale della Ulss è l’unica forma di potere decisionale che hanno i sindaci, che devono tutelare il bene dei loro cittadini sia nella parte sanitaria che in quella sociale. Ridurre le Ulss, (senza avere un risparmio economico, il consigliere regionale pentastellato Jacopo Berti ha infatti parlato di un risparmio minimo, pari addirittura all’1% rispetto alle spese precedenti alla riforma sanitaria, n.d.r.) è stata precisa volontà della Regione per avere il controllo diretto sulla Sanità. I sindaci – ha concluso Orsi – devono difendere quel poco che ancora compete loro con tutte le loro forze e avere una Ulss di dimensione ridotte è l’unico modo”.

Anna Bianchini

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