Il Pd vuole chiarezza sul funzionamento e sulla destinazione delle donazioni, E’, invece, soddisfatto il Presidente della Prima commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto Luciano Sandonà (Zaia Presidente) dopo l’approvazione, da parte dell’Assemblea legislativa, del disegno di legge regionale di cui è stato relatore in Aula. “In questo modo si dà ufficialmente il ‘via libera’ alla nuova app “COVID 0” – spiega il Presidente Sandonà – un’applicazione fortemente innovativa, che può rappresentare un passo molto importante nella lotta al Coronavirus. Questa app è stata studiata e realizzata dalla Regione del Veneto per monitorare lo stato di salute dei cittadini con sintomatologia sospetta di contagio, o le condizioni di salute delle persone in isolamento fiduciario o in quarantena. I cittadini potranno volontariamente scaricare l’app sui propri smartphone e fornire in tempo reale, più volte al giorno, una stima del proprio stato di salute, con un semplice meccanismo ‘a semaforo’. Le informazioni a carattere generale sul paziente sono invece fornite dal medico di medicina generale o dalle competenti strutture del Servizio Sanitario Regionale. Senza necessità di spostamenti, senza telefonate o procedure complesse, sarà possibile avere così una linea diretta fra la persona contagiata, ma non ricoverata, o fra le persone asintomatiche in isolamento o quarantena, con la piattaforma regionale che raccoglie i dati del sistema sanitario. La fotografia dell’andamento del contagio sarà quindi, in Veneto, molto più accurata. Si eviteranno anche ripetitive chiamate presso i centralini delle Asl, alleggerendo la mole di lavoro degli operatori sanitari”.

“Abbiamo approvato le legge sulla nuova app in tempi record – prosegue il presidente della Prima commissione – la Regione del Veneto ha sviluppato un sistema di biosorveglianza innovativo, assolutamente in linea con la normativa sulla privacy, che collabora e coinvolge i cittadini per fronteggiare assieme l’epidemia. L’app sarà disponibile dalla settimana prossima e ci permetterà di avere un feedback in tempo reale delle condizioni di salute delle persone contagiate o in isolamento, per assumere le relative conseguenti misure sanitarie, dando così la necessaria assistenza al cittadino e distribuendo le richieste di intervento ai diversi livelli del sistema del servizio sanitario regionale. La app ha un utilizzo efficace, de-burocratizzato e semplificato, perché in questo momento, più che mai, gli abitanti del Veneto devono trovare dalle istituzioni e dalla sanità risposte pragmatiche e di facile interpretazione. Una particolare attenzione nella progettazione dell’app è stata rivolta alla privacy: l’utilizzo è del tutto volontario, è esclusa in ogni caso la geolocalizzazione dei singoli utenti e la conservazione dei dati avverrà solo per lo stretto tempo necessario. Opera come strumento complementare e non concorrente alle finalità di tutela della salute pubblica dell’app Immuni, distribuita dal Governo a livello nazionale”.

“Ancora una volta – conclude Sandonà – il sistema sanitario del Veneto si è dimostrato all’avanguardia e guida il fronte delle Regioni più efficienti, con nuovi strumenti che potranno essere di esempio e adottati anche a livello nazionale. Quest’anno lo stanziamento per lo sviluppo della app è stato di 200mila euro, dal 2021 fino al 2022 la cifra impegnata per il monitoraggio sarà di 30 mila euro annuali. Se sarà necessario aumenteremo queste cifre”.

 “Ci siamo astenuti perché è uno strumento potenzialmente utile ma ancora non sappiamo come funzionerà”

“Aspettiamo di capire come funzionerà questa App, ci auguriamo che sia utile nella battaglia contro la pandemia. Ma al momento non ne conosciamo il funzionamento, né l’articolato lo spiega visto che parliamo solo di privacy. Dunque abbiamo deciso di astenerci”. Queste le motivazioni con cui tutte le forze di minoranza rappresentate a palazzo Ferro Fini (PD, Veneto che Vogliamo, Europa Verde, Movimento Cinque Stelle e Arturo Lorenzoni) si sono astenute sul Pdl riguardante l’App ‘Zero Covid Veneto’.

“Anche su questo provvedimento abbiamo presentato emendamenti per migliorarlo e renderlo più efficace, perché l’obiettivo è che dall’aula escano leggi dal contenuto chiaro e comprensibile – continua la nota dei consiglieri di minoranza – Molti però sono stati bocciati”. “Attendiamo a breve il passaggio in Quinta commissione per entrare nei dettagli, che non sono banali, ma questo era un passaggio che poteva essere fatto prima dell’approdo in Consiglio regionale – spiegano i consiglieri regionali -. Torniamo a chiedere un confronto con i medici di medicina generale, già oberati di lavoro, e il Sisp (Servizio di igiene e sanità pubblica); non risulta che finora ci sia stato un momento di analisi approfondita con chi poi dovrà collaborare concretamente al funzionamento dell’App, affinché non sia una scatola vuota come accaduto per mesi con Immuni”. “Non è secondario poi l’aspetto economico – concludono i rappresentanti dell’Opposizione – questo progetto impegna le casse della Regione per 200mila euro nel 2020 e per 30mila negli anni successivi: sono donazioni di cittadini e imprese venete per dare una mano nella guerra contro la pandemia, è nostro dovere verificare la destinazione di tanta generosità”.

 

‘App finanziata con donazioni dei cittadini, serve chiarezza’

Siamo assolutamente favorevoli a strumenti innovativi che possano aiutare ad affrontare questa emergenza, alleggerendo il lavoro degli operatori sanitari e tutelando la salute dei cittadini. Ma deve esserci trasparenza a 360 gradi, soprattutto se per realizzarli vengono utilizzati i soldi delle donazioni dei veneti».

A chiedere chiarezza sono i consiglieri regionali del Partito Democratico Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Giacomo Possamai e Francesca Zottis che , durante la seduta della Prima commissione, si è astenuto sull’app per smartphone di biosorveglianza sanitaria ‘Zero Covid Veneto’. ‘Non abbiamo alcuna preclusione, semmai vogliamo capire. È nostro dovere dare garanzie sulla qualità di questi strumenti e al momento non ne abbiamo a sufficienza. Oltre ai problemi legati alla privacy, non è chiara la funzionalità dell’app che andrebbe a integrare Immuni. Il rischio, semmai, è che vada ad appesantire il lavoro di medici e operatori sanitari, l’ultima cosa di cui hanno bisogno. Tra visite in ambulatorio, vaccini e tamponi, dovranno anche trovare il tempo per rispondere alle segnalazioni degli utenti alle prese con un sintomo. Per questo sarebbe stato fondamentale ascoltarli tutti, visto che saranno poi materialmente coinvolti nell’uso e troviamo grave il rifiuto della Regione’.

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