L’amministrazione vota per alzata di mano mille volte ‘no’. Non è un semplice modo di dire per esprimere enfasi, ma la realtà dei numeri.

 

L’altra sera in consiglio comunale ad Arsiero gli 8 consiglieri di maggioranza ed il sindaco Tiziana Occhino hanno alzato le mani ben mille volte per rigettare le 112 osservazioni presentate da altrettanti cittadini, citati ad uno ad uno con nome, cognome e numero di protocollo, relative alla richiesta di non approvare la variante urbanistica che riguarda anche il terreno su cui si trova il capannone di via Castrente, acquistato all’asta nel 2014 dall’associazione islamica Issalam.

 

Nell’osservazione gli arsieresi richiedevano esplicitamente il ripristino dell’articolo 18 delle norme tecniche del comune di Arsiero, là dove parla di attività ‘commerciali, direzionali e ricettive’ secondo il quale dovevano essere ‘connesse con la residenza’ (quindi casa e capannone dovevano essere vicine). Modificata invece questa parte con l’espressione ‘compatibili con la residenza’ non sarà più necessario avere la contemporanea proprietà di residenza e attività.

 

carla-nassi

Dai banchi della minoranza non è mancata l’insoddisfazione, ma più che altro l’ha fatta da padrone il senso di impotenza per una questione che ha diviso la cittadinanza di Arsiero, schierata ‘pro e contro moschea’, andata in questi mesi a concretizzarsi nell’immaginario di molti. ‘Voglio almeno – ha chiesto al primo cittadino Carla Nassi, capogruppo di ‘Arsiero domani’ e capofila della protesta contro la variante – che a tutti i 112 cittadini che si sono presi la briga di presentare l’osservazione venga dimostrato il rispetto dovuto. Pertanto, visto che comunque voterete a favore della variante, voglio che votiate il vostro ‘no’ per ogni singola osservazione’.

 

 

occhino x spiegare moschea 3 giugno 2015

‘Smettetela di strumentalizzare la variante da un punto di vista politico – ha detto invece Tiziana Occhino durante la discussione con le minoranze – qua non si tratta di fare chiacchiere al bar ma di approvare una variante di pura natura urbanistica, dove non si intende in nessun modo ‘favorire’ determinate persone. Le decine di tecnici, urbanisti e geometri che abbiamo sentito hanno confermato tutti che non è più possibile la connessione della residenza tra capannone e casa. Le vostre dichiarazioni sono fuorvianti e tendenziose, fatte solo per creare polemica. Se pensate che dopo questa variante domani sorga una moschea, siete fuori strada’.

 

Si conclude così in un modo marcatamente formale e decisamente curioso la ‘vexata quaestio’ su questa prima variante al piano degli interventi che ha infiammato non poco l’opinione pubblica di Arsiero negli ultimi due anni, mescolando in modo indissolubile questioni puramente urbanistiche a questioni di natura politica e sociale.

 

Marta Boriero

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