Presentato alla Prima commissione del Consiglio regionale del Veneto presieduta da Marino Finozzi (Lega Nord) il Progetto di legge statale n. 43 di iniziativa della Giunta regionale, da trasmettere al Parlamento nazionale, sui percorsi e sui contenuti per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione del Veneto, in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione.
“Importante passaggio oggi in Prima commissione – dichiara il Presidente Finozzi – perché da qui inizia l’iter che ci porterà verso la metà di novembre all’approvazione da parte del Progetto di legge statale n. 43 da parte dell’Aula. L’iter infatti, da qui in avanti, sarà molto serrato: la prossima settimana contiamo di esaurire la fase delle audizioni e dei passaggi nelle altre commissioni, per giungere al parere definitivo in Prima commissione entro venerdì. A metà novembre, quindi, contiamo di approvare la legge, passaggio importante, questo, che marca la differenza tra Veneto ed Emilia Romagna e Lombardia perché nel Veneto il percorso si incardina in un iter legislativo vero e proprio, laddove nelle altre Regioni l’iter dovrebbe concludersi con l’approvazione di una mozione. Una legge regionale è senza dubbio atto politico con rilevanza ben diversa rispetto agli altri”.
“L’illustrazione fatta oggi in Prima commissione del Progetto di legge statale n. 43 – afferma il Vicepresidente della Prima commissione Claudio Sinigaglia (Partito Democratico) – ha evidenziato che la richiesta di autonomia è modulata soprattutto sulla richiesta di avere 19 miliardi di euro in più a disposizione della Regione del veneto. A noi piacerebbe invece scomporre il tema delle competenze da quello delle risorse disponibili per realizzare una sorta di incrocio tra competenze che vengono chieste e il loro valore in termini di spesa del personale, solo per fare un esempio, oppure di sburocratizzazione. Oggi in realtà è stata presentata una cornice; saranno i prossimi appuntamenti a delineare il quadro preciso delle singole competenze e delle relative risorse. Un ulteriore quesito rimane ancora sul tappeto: a proposito dell’iter di approvazione del Pdls n. 43, da dove nasce questa rincorsa contro il tempo? È costruttiva questa rincorsa? Servirà ad un ragionamento consapevole?”
L’introduzione dei lavori è stata affidata al professore Mario Bertolissi, Docente di Diritto costituzionale presso l’Università di Padova e componente del pool di esperti cui è stato affidato il compito di rappresentare la Regione nel confronto con lo Stato sui temi dell’autonomia. “Il disegno di legge che è stato presentato oggi alla Prima commissione – commenta Bertolissi – contiene le linee guida di quello che si intende fare; è evidente, peraltro, che non ci sono precedenti sul punto e questo aspetto ha una sua rilevanza: lo paragonerei ad un progetto di massima che dovrà essere accompagnato da una serie di ulteriori previsioni, decisioni e correzioni fino al punto di diventare un progetto cantierabile che si avrà all’esito del negoziato e della trattativa che si faranno tra Regione e Stato. Questa iniziativa potrebbe essere un’occasione utile al sistema-paese per superare la situazione di blocco istituzionale in cui ci si trova. La Regione deve mettere sul tavolo a Roma quello che delibererà e poi affrontare in modo serio, severo e competente quello che sarà frutto del confronto con lo Stato”.
Fracasso. ‘Richieste ambiziose, che generano conflitti’
La Regione vuole trattenere i 9/10 di Irpef, Ires e Iva, ma al momento è una richiesta ingiustificata”. Ha dichiarato Stefano Fracasso. “La richiesta della Giunta è quella di ancorare i 18,8 miliardi alle diverse competenze che la Regione intende tenere per sé, ma non è accompagnata da un’analisi puntuale, è ingiustificata. Nel 2012 nella precedente proposta di Zaia c’era una suddivisione materia per materia, con i costi stimati dagli esperti di federalismo nominati dal governatore e i conti erano ben diversi”. “Crediamo sarebbe più corretto determinare meglio le competenze che vogliamo chiedere, dare una priorità alle stesse e poi, realisticamente, andare a negoziare con lo Stato. Sparare questa richiesta così ambiziosa fa temere che si possa aprire una nuova fase conflittuale, anziché una fase che possa condurre a esiti positivi”.